CRISI USA: CONGRESSO TROVA L’ACCORDO PER PIANO DI SALVATAGGIO

Il Congresso americano ha diffuso una bozza del piano per il salvataggio di Wall Street: un testo di 106 pagine dal quale emerge il via libera al segretario del Tesoro Henry Paulson per accedere immediatamente solo ai primi 250 miliardi di dollari dei 700 complessivi previsti dall’intervento. Altri 100 miliardi di dollari saranno sbloccati dal Congresso dopo un primo resoconto del Tesoro sull’andamento della manovra. Mentre la terza tranche da 350 miliardi di dollari "sarà disponibile solo a seguito di una ulteriore azione del Congresso".

La bozza del piano, che la Camera conta di mettere ai voti lunedì, il Senato non prima di mercoledì, prevede anche il divieto di ‘buonuscite d’oro’ ai manager delle società che attingeranno ai fondi pubblici, e l’istituzione di una commissione indipendente che ne garantisca la corretta attuazione.

Il piano, frutto di un accordo faticosamente raggiunto nella notte tra sabato e domenica tra lo ‘speaker’ della Camera Nancy Pelosi, il ministro del Tesoro Henry Paulson e i negoziatori dei due partiti in Congresso, prevede la creazione di un ‘board’ indipendente incaricato della supervisione del programma di salvataggio finanziario: ne farebbero parte i ministri del Tesoro e del Commercio, il presidente della Federal Reserve e quello della Sec (Securities and Exchange Commission).

L’accordo, per quanto è stato anticipato, prevede inoltre strumenti e accorgimenti che favoriscano la possibilità per il governo federale – e quindi per i contribuenti – di recuperare i 700 miliardi di dollari investiti, e maggiori aiuti per i proprietari di casa a rischio di pignoramento.

"Penso che sia un buon risultato", ha dichiarato il capo dei negoziatori repubblicani, Judd Gregg, nel corso di una conferenza stampa. "E’ stata una giornata molto lunga. E una lunga settimana", ha commentato il leader della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid. I negoziatori hanno cercato di arrivare a un accordo che precedesse l’apertura dei mercati di lunedì.

Le difficoltà maggiori sono emerse da parte repubblicana. Alcuni senatori, come Richard Shelby, importante membro della commissione sulle banche, aveva affermato che non avrebbe partecipato al negoziato perché rifiutava "i principi stessi del piano".

Mentre i due candidati alla Casa Bianca, il repubblicano John McCain e il democratico Barak Obama, si sono espressi sulle misure e sullo stanziamento del piano Bush come "un male necessario". "L’alternativa di non intervenire non è accettabile", ha detto McCain. "Non ne siamo certo felici, ma queste misure sono necessarie", ha ammesso Obama.

Quanto sia stato faticoso raggiungere un accordo che il Congresso potesse accettare emerge anche dalle dimensioni del nuovo piano: dalle originarie tre pagine si è passati a 106.

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