CUBA: RAOUL CASTRO PENSA DI ALLENTARE I FRENI

Castro_raoul2 Raul Castro, dopo aver liberalizzato la vendita di telefonini e dvd, ha preannunciato quella che sembra la vera svolta di Cuba: la convocazione del Congresso del Partito comunista, dopo dodici anni, con l’obiettivo di disegnare "il futuro della Rivoluzione". Il Congresso, ha spiegato intervenendo alla riunione della direzione del Partito (discorso trasmesso in televisione), si farà alla fine del 2009. La data esatta è ancora da stabilire mentre l’ultimo plenum risale al 1997.

Il «piccolo Castro» promette continuità ma i leader dell’Isola rivoluzionaria, aggiunge, devono prepararsi per «quando la generazione storica non ci sarà più»: un’apertura al ricambio nei posti di vertice, dall’Ufficio politico al Comitato centrale. Raul esce così dall’ombra di Fidel. Anche se il suo discorso è infarcito di riferimenti a scelte fatte dall’ex Lider Maximo o da lui condivise.

Inclusa l’altra novità annunciata: la commutazione della pena capitale per "un gruppo di condannati" a morte. Decisione già presa, spiega, «non per pressioni esterne ma come atto sovrano, in linea con la condotta etica e umanitaria che ha sempre caratterizzato la rivoluzione cubana». La pena di morte non verrà abolita, puntualizza Raul: «Le circostanze ci impediscono di disarmare, di fronte a un Impero che non cessa di accusarci e attaccarci». Ma di fatto c’è una moratoria adottata dal 2000, aggiunge, a parte l’eccezione "obbligata" dell’esecuzione di alcuni "complottatori", tre anni dopo. Il nuovo Lider non entra nei dettagli, e non precisa numero né nomi di chi vedrà la sua pena diventare detentiva. Potrebbero essere nel novero (il loro ricorso verrà prossimamente esaminato dal Tribunale supremo, dice) anche due stranieri, un guatemalteco e un salvadoregno nelle carceri di Cuba da oltre dieci anni perché giudicati colpevoli di una serie di attentati in strutture turistiche, incluso quello in cui morì nel 1997 il turista italiano Fabio Di Celmo.

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