Cucina del Venerdì Santo magro: resiste il pesce per 70% di italiani

ROMA – Pesce in tavola per 7 italiani su 10 per il prossimo Venerdi' Santo: ne consumeranno 25mila tonnellate con una spesa di 200 milioni di euro. Sono le stime per l'ANSA di Impresapesca Coldiretti, sulla base di un'analisi sui consumi in Italia in vista della festivita'. Una consuetudine, quella di sostituire la carne con il pesce, che per molti osservanti dei dettami religiosi, spiega la Coldiretti, non e' solamente per un giorno ma dura l'intera settimana santa. Secondo l'organizzazione, gli italiani si orienteranno soprattutto verso il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri, secondo i criteri di sobrieta' richiesti dalla ricorrenza, senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l'elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo omega tre. I menu sono quelli tipici delle tradizioni locali cucinati secondo ricette semplici nel rispetto della giornata, come la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni, fino alle ricette piu' classiche come le alici scottadito o in saor tipica del veneto, le seppie con i piselli, le uova col tonno o gli spaghetti al ragu' di mare. A proposito di acquisti, Coldiretti ricorda sempre di verificare l'origine dei prodotti ittici sul bancone attraverso l'etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca e di scegliere la 'zona Fao 37' se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo. Un modo questo, sostiene la Coldiretti, per sostenere un settore, che nel 2010, secondo dati Ismea, ha visto scomparire sempre piu' dalle tavole degli italiani pesce fresco (-6%) e congelato (-4%). Particolarmente difficile e' la situazione del pesce azzurro con gli acquisti di alici e di triglie che sono diminuiti del 12%; in sofferenza anche il pesce bianco con i consumi di merluzzi e naselli in calo del 13%. Il tutto mentre nel 2010 le importazioni di prodotto ittico straniero sono aumentate sia in valore (+9%), tanto da aver superato complessivamente quota 4 milioni di euro, che in quantita', con 971 milioni di chilogrammi (+2%), il doppio di quanto si produce oggi in Italia. .

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