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Da Guantanamo alle Bermuda/ Tutte le traversie di quattro Uiguri perseguitati dalla Cina

di admin |19 Giugno 2009 16:16

Dalla prigione a un paradiso di hibiscus e case color pastello. Dopo sette anni di reclusione, quattro galeotti di Guantanamo hanno tolto la tuta arancione e sono volati, in polo e pantaloni corti, alle Bermuda. Sollevati dall’accusa di essere “nemici dell’America” dal Pentagono, i fortunati Uiguri (un’etnia turcofona che vive nel nord-ovest della Cina, soprattutto nella regione autonoma dello Xinjianguna) si sono già ambientati nell’arcipelago britannico che darà loro la cittadinanza e un lavoro.

Salahidin Abdulahat, 32 anni, è estasiato dal mare: «Ho fatto il bagno nell’oceano per la prima volta. È stato il giorno più bello della mia vita», ha detto. Per Khaleel Mamut, 31 anni, invece è stato eccitante pescare: «Non l’avevo mai fatto. Qui i pesci abboccano subito». I quattro assicurano inoltre di non covare rancore nei confronti degli Stati Uniti: «Ora siamo in un posto così bello. L’importante è che questa brutta storia sia finita».

La disavventura, per loro, è iniziata dieci anni fa. Sfuggiti alle persecuzioni cinesi, hanno dovuto riparare in un campo paramilitare afghano che, però, è stato bombardato dagli americani nel 2001. Quindi, il gruppo di Uiguri si è dato alla macchia nascondendosi, prima, sulle montagne vicino a Jalalabad in Afghanistan e poi in alcuni villaggi del Pakistan, dove le autorità locali li hanno consegnati nelle mani degli americani come terroristi. Il lieto fine è risaputo.

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