Il Consiglio di Stato ha bocciato il blocco preventivo delle chiamate telefoniche ai numeri a sovrapprezzo. Via libera, quindi, a maghi, cartomanti e succinte ragazze delle chat erotiche che promettono “conversazioni roventi”.
L’Autorità per le Comunicazioni, però, non ci sta. Ed è già al lavoro con operatori telefonici e associazioni dei consumatori per avviare l’iter per introdurre nuove restrizioni. L’Autority, in realtà, ci ha già provato tre volte, ma questo blocco non riesce proprio a metterlo.
Prima il Tar aveva negato la competenza in materia dell’Autorithy. Poi, il 31 luglio, dal Consiglio di Stato, una nuova doccia fredda: la competenza c’è, ma non si possono adottare misure restrittive senza prima allargare la necessaria consultazione con le parti interessate anche «ai centri servizi ed a tutti i soggetti imprenditoriali coinvolti» dal provvedimento.
Difficile, però, che gli erogatori di questi servizi si mostrino accomodanti: i primi tre interventi dell’Autorità delle comunicazioni, infatti, sono stati vanificati da ricorsi presentati alla giustizia amministrativa da società che forniscono i servizi telefonici a sovrapprezzo.
Il risultato è che, almeno nell’immediato, chiamare 144, 899, 892 e 166 sarà più facile. Se prima, infatti, l’attivazione dei servizi doveva essere richiesta appositamente dai soggetti interessati, ora, invece, i numeri “hot” saranno accessibili da qualsiasi apparecchio telefonico.
Il filtro voluto dall’Autorità per la Comunicazione, voleva arginare il fenomeno di bollette astronomiche gonfiate dal costo di telefonate a servizi, come cartomanti e linee erotiche, dai costi alti (oltre 2 euro al minuto per alcuni) e di difficile comprensione.
Preoccupazione anche per i “dialers” si tratta di una sorta di virus informatico che da pc collegati al telefono accede a servizi tramite chiamate satellitari o all’estero all’insaputa dell’utente che, in caso di blocco dei numeri a sovrapprezzo, vengono automaticamente disabilitati.
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