Ddl sicurezza fa discutere il Pdl. Appello di cento deputati a Berlusconi

Il disegno di legge sulla sicurezza fa discutere dentro il Popolo delle libertà. Cento deputati del centrodestra – Alessandra Mussolini in testa – scrivono a Silvio Berlusconi per chiedergli di non porre la fiducia sul ddl perché prevede «norme inaccettabili, che necessitano di indispensabili correzioni».

I parlamentari – fra i quali ci sono Gaetano Pecorella, Souad Sbai, Mario Landolfi, Beatrice Lorenzin e Fiamma Nirenstein ed Enrico Cost, si appellano alla sensibilità del premier: «Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell’infanzia e della maternità»

La lettera, che non è stata firmata da nessun leghista, spiega: «Si sostiene che questo ddl non obblighi il medico a denunciare l’immigrato clandestino che si presenti per essere curato ai posti di pronto soccorso, in ospedale, o nei centri di vaccinazione. Non è così. Anzi l’obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiuque eserciti incarichi pubblici. Infatti, l’introduzione in sede penale del reato di clandestinità, come previsto dal ddl sicurezza, impone a medici e insegnanti l’obbligo di denuncia, così che il loro comportamento non ricada sotto i rigori degli articoli 361 e 362 del codice penale, trattanti il reato di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio».

Diventerebbe una «vera e propria trappola per bambini, da attirare con l’obbligo dell’istruzione, così da individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell’educatore. Il risultato sarebbe l’esclusione da qualsiasi rapporto educativo e da qualsiasi cura medica soprattutto di bambini e donne in gravidanza, con conseguente rischio sanitario non solo per loro ma per tutti noi, e un regresso spaventoso in fatto di civiltà del nostro paese».

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