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De Luca show, spopola in Rete il siparietto sul ministro Sangiuliano e il treno Roma-Pompei: il testo integrale

De Luca show. Spopola sul web l’ultimo  video-siparietto  anti Sangiuliano di Vincenzo De Luca, 74 anni, governatore della Campania dal 2015, già sottosegretario ai Trasporti nel governo  Letta.

Una vita a sinistra; ha cominciato col Pci e poi ha continuato: PDS, Ds, Pd. Da allora “Lo Sceriffo“ non si è più fermato. Anzi è stato un crescendo rossiniano, anche in popalarità, facendo leva su una schiettezza ed una prosa contigua al cabaret.

Ultimamente ha messo  nel mirino Elly Schlein (“È una a cacicca ante litteram”; “Il Pd in Campania è un partito in ostaggio”; “Mi colpisce vedere totali nullità in organismi nazionali del partito; “È imbarazzante: un’ora di armocromista costa 300 euro; sono due terzi di una pensione al minimo”).

Già che c’era ha bacchettato pure il sindaco di Napoli  Gaetano Manfredi. Ha detto don Vincenzo  sornione, quasi alla Gigi Proietti: ”Ha spostato 13 miliardi, fondi di progetti già avviati. Questa è una rapina clamorosa ai fondi del Sud, risorse destinate al Mezzogiorno che vengono tagliate per poi essere spalmate sul piano nazionale”.

E giù bordate – par condicio? – anche al ministro Fitto accusato di “confusione generale nella gestione di questa materia”. Don Vincenzo non risparmia nessuno. Ne ha per tutti, di qualunque schieramento: destra,  sinistra, centro, sotto, sopra, di lato.

Ma l’ultima chicca supera tutte. Uno show. Nel mirino il ministro (napoletano) della  Cultura, Gennaro Sangiuliano, quota Fratelli d’Italia, successore di Dario Franceschini, autore di saggi non indimenticabili, uno persino su Putin.

SANGIULIANO , PER DE LUCA IL “MINISTRO DELLE CERIMONIE”

Ecco il testo integrale dell’unghiata di don Vincenzo.

”Oggi non possiamo non dedicare un pensiero preminente ad una performance davvero straordinaria del ministro delle cerimonie Sangiuliano. Non possiamo non dedicargli un pensiero. Si tratta di una performance straordinaria che è avvenuta negli scavi di Pompei.

“Domenica mattina, su invito del ministro delle cerimonie, andiamo a Pompei per inaugurare un collegamento diretto della Alta Velocità Roma-Pompei. La domenica mattina nei Paesi civili viene in genere dedicata alla preghiera, al ragù, di questi tempi anche ad un bagno rinfrescante.

“Invece siamo stati convocati domenica mattina, 40 gradi all’ombra, a Pompei, per assistere alla performance del ministro delle cerimonie. In che consiste? Ci siamo informati sul posto. Non lo sapevamo. L’evento consiste in questo. Il ministro attiva una linea di collegamento di alta velocità Roma -Pompei una volta al mese.

“Ma non è il collegamento diretto Roma – Pompei. No! Perché un treno che parte una volta al mese arriva alla stazione di Napoli  – già oggi l’alta velocità arriva alla stazione di Napoli- poi si prende il pullman e si va agli scavi di Pompei.

“Ora uno immagina che la nuova linea inaugurata porti i turisti agli scavi di Pompei. No! La  nuova linea prevede la fermata a Napoli, poi si ferma alla stazione di Pompei, poi col pullman agli scavi. Questa la performance prodotta dal ministro delle cerimonie. Dopo 2 giorni si sono resi conto del ridicolo e hanno attivato un servizio  – così hanno detto – una volta alla settimana.

“Nel frattempo abbiamo scoperto che Italo ha delle linee dedicate a Pompei una volta al giorno. Ora veramente non ci sono parole. Ho rivisto le immagini di quella domenica mattina, si è formato un corteo sotto il sole; eravamo 300 squinternati, eravamo 300 giovani e forti, ma siamo morti .. di calore. Ma più ancora siamo morti di ridicolo, di ridicolo.”

GENNARO, FIERO L’OCCHIO E SVELTO IL PASSO

Incassato lo show  e il sarcasmo di don Vincenzo, il ministro non ha fatto una piega e ha tirato dritto. “Boia chi  molla”, come diceva Ciccio Franco durante la famosa rivolta di Reggio Calabria (1971).

E Gennarino  ha passato tutto in cavalleria: la contestazione delle Consulte universitarie (non piacciono i nomi dei componenti delle Commissioni incaricate di scegliere i nuovi direttori dei Musei); la bufera sul numero di visitatori agli Uffizi della mostra (prorogata a settembre) “La  Cultura in Italia nel primo ‘900; gli scricchiolii dei sindaci del Lazio sulla formazione della “Rete dei borghi”.  Tutto passa e tutto se ne va.

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