Debito Grecia: ristrutturazione 'soft'

BRUXELLES 17 MAG I ministri fin – BRUXELLES, 17 MAG – I ministri finanziari della Ue aprono alla possibilita' di una 'ristrutturazione soft' del debito pubblico greco. Ma a patto che Atene vari – come gia' si e' impegnata a fare – nuovi tagli e nuove misure in grado di accelerare le riforme strutturali e, soprattutto, l'ambizioso programma di privatizzazioni. In pratica, la ''ristrutturazione morbida'' – evocata innanzitutto dal presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker – consiste nell'allungamento delle scadenze dei titoli di Stato. Il problema infatti, e' che la Grecia – nonostante il piano di aiuti da 110 miliardi varato un anno fa – potrebbe non essere in grado nel 2012 di tornare a finanziarsi autonomamente sui mercati, rischiando cosi' di essere inadempiente di fronte alle scadenze sul fronte dei titoli. Per questo si parla di un possibile nuovo piano di aiuti, per almeno altri 60 miliardi di euro. Una decsione che potrebbe arrivare in giugno, dopo che saranno attentamente valutati i risultati della missione di Commissione Ue, Bce ed Fmi tuttora in corso ad Atene per valutare la sostenibilita' di un debito ancora in crescita. ''La crisi greca e' incomparabilmente piu' difficile da risolvere delle altre due'', ha spiegato Juncker riferendosi alla situazione di Irlanda e Portogallo. Per questo Atene ''deve rapidamente privatizzare 50 miliardi di euro di beni – ha aggiunto – in modo che il suo debito pubblico a medio e breve termine diventi sostenibile. Al momento non lo e'''. Tanto che il prossimo anno superera' il 166%, record assoluto in Europa. Smentita ancora una volta seccamente, invece, ogni ipotesi di ristrutturazione vera e propria del debito greco, tagliando il valore nominale dei titoli di Stato o quello dei tassi di interesse: ''A questo sono fortemente contrario'', ha detto Juncker. E fortememte contrario si dice anche il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, per il quale loe conseguenze per le banche greche e quindi per la stabilita' finanziaria della zona euro sarebbero ''devastanti''. Per quel che riguarda il Portogallo, invece, sono emersi i dettagli sul piano di aiuti da 78 miliardi varato ieri sera dall'Eurogruppo. Il tasso di interesse sui prestiti concessi a Lisbona da Ue ed Fmi dovrebbe aggirarsi in media sul 5,1%, in linea con quello della Grecia e inferiore a quello dell'Irlanda. La prima tranche di aiuti sara' quindi versata nelle casse portoghesi tra la fine di maggio e i primi di giugno, e dovrebbe ammontare a poco piu' di 18 miliardi di euro. L'Ecofin ha poi raggiunto un accordo di massima sulla stretta nei confronti di alcuni prodotti finanziari considerati piu' a rischio, come le vendite allo scoperto (short selling) e i credit defualt swap. Ma i ministri finanziari della Ue restano ancora divisi sui poteri da attribuitre all'Esma, la nuova autorita' europea di vigilanza sui mercati. Il Regno Unito li ritiene ''eccesivi'' (come ha ribadito il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne) e troppo invasivi nei confronti degli interessi della City londinese. Altri ne vorrebbero di piu'. ''Ci sforzeremo per trovare una soluzione'', ha assicurato il commissario Ue ai servizi finanziari, Michel Barnier.

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