Decreto Abruzzo: 1,1 miliardi per il 2009, il resto spalmato fino al 2032

Solo 1,1 miliardi di euro per la ricostruzione dell’Abruzzo. Questa è la cifra stabilita dal decreto legge per l’anno 2009, firmato dal capo dello Stato, che oggi, 29 aprile, comincia in Senato il suo iter parlamentare. Il resto dei finanziamenti è spalmato fino al 2032, senza però indicare le fonti precise della copertura finanziaria: forse nuove tasse?

A questi si aggiungono ulteriori risorse, scrive il Sole 24 Ore di oggi: il ricorso al Fondo per l’economia reale e il Fondo per le Infrastrutture, gli investimenti immobiliari degli enti previdenziali, il ricorso a risorse dell’Istituto per la promozione industriale, le maggiori entrate del governo derivanti dalla lotta all’evasione fiscale e le risorse da mutui autorizzati in passato dalla Cassa depositi e prestiti rimasti inutilizzati.

Il «decreto terremoto» presenta una copertura «elastica»: per quasi tre quarti «definita» (cash) e per un quarto da considerare «variabile», o meglio ancora da tarare in modo definitivo. Rispetto agli 8 miliardi (1,5 per fronteggiare l’emergenza e 6,5 per la ricostruzione) annunciati dall’esecutivo, il Dl fa riferimento a una copertura certa ultraventennale (con micro-stanziamenti anche dal 2033 in poi) per 5,8 miliardi, 1,7 dei quali concentrati nel biennio 2009-2010 (1,1 miliardi nel primo anno). Resta comunque da aggiungere la cosiddetta quota variabile.

Il Dl sospende, inoltre, le rate per i mutui sottoscritti per le abitazioni dei terremotati per un valore di 2,9 miliardi, contiene alcune misure contro le infiltrazioni della criminalità organizzata nella ricostruzione e introduce pene severe, fino a quattro anni di carcere, per chi lucra sulle donazioni in favore dei terremotati.

Carlotta Macerollo
(Scuola Giornalismo Luiss)

Gestione cookie