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Liberazione: di chi e contro chi fu ed è la Resistenza

di Mino Fuccillo |21 Ottobre 2010 12:18

Gli inglesi non festaggiano il 4 luglio, la festa dell’indipendenza americana. Sono fratelli e concordi da quasi un paio di secoli inglesi e americani, parlano la stessa lingua, combattone le stesse guerre, condividono la stessa cultura. Ma gli inglesi non festaggiano il 4 di luglio perchè in quella data furono gli inglesi a perdere. Dice la storia che fu la data della loro sconfitta e, quindi, non può essere la loro festa. Anche se con gli americani da allora si sono molto più che “riappacificati”. I tedeschi onorano e rispettano i loro morti nella seconda guerra mondiale. Ma neanche si sognano di dire che, in fondo, la loro guerra “valeva” di fronte alla storia quella dei soldati americani e inglesi che contro i tedeschi combattevano. Sono ovvietà, storia consolidata, scale di valori accertate e pure condivise. Nel mondo.

In Italia un po’ meno. La società italiana è da tempo “pacificata” rispetto alla guerra civile che conobbe tra il 1943 e il 1945. Ma i fascisti e chi al fascismo è rimasto in qualche modo legato non possono festeggiare il 25 aprile del 1945. Quella fu e resta la data della loro sconfitta. Nessuna riappacificazione può cancellare o invertire la realtà storica che attesta come furono loro a perdere la guerra civile. Il 25 aprile non è la loro festa e non lo sarà mai, anche se oggi eredi alla lontana del fascismo rappresentano l’elettorato di maggioranza e incarnano lo Stato.

Analogamente, i caduti, i morti fascisti nella guerra civile non combatterono dalla parte giusta e non solo vincente della storia. È falso ed ipocrita sostenere che partigiani e repubblichini combatterono tutti, ciascuno a suo modo, per la patria. La Resistenza fu contro i tedeschi e i fascisti stavano con i tedeschi, non contro di loro.

Resistenza che non fu tutta e solo dei partigiani comunisti. Contro i fascisti combatterono con le armi ufficiali e soldati badogliani, monarchici, liberali, cattolici. E gente senza partito. La Resistenza la cui vittoria si celebra il 25 aprile non è proprietà esclusiva dei comunisti e neanche di tutta la sinistra italiana che pure ne fu gran parte. La Resistenza è di tutti quelli che la combatterono e storicamente falsa è la sua identificazione con il movimento comunista. Di certo però la Resistenza fu contro i fascisti e furono i fascisti ad essere sconfitti, dai partigiani e dalla storia.

Ovvietà, storia accertata, valori non negoziabili. Che, tradotti oggi in comportamenti pubblici, vorrebbero che Berlusconi partecipasse in prima persona alla festa del 25 aprile. Non a Milano, nel corteo per tradizione, cultura e volontà egemonizzato dalla sinistra. Non a Milano dove la sua partecipazione si trasformerebbe in un’occasione di scontri e tensioni in piazza. Ma partecipare con Napolitano alle celebrazioni ufficiali Berlusconi deve, a meno che non voglia chiamarsi fuori dalla storia che sconfisse i fascisti la dittatura.

Quel che Berlusconi deve, per le stesse ragioni La Russa non può: non può essere la sua festa, anche se è ministro della Difesa. E’ la festa di chi sconfisse i suoi avi politici. L’Italia è pacificata e male farebbero in piazza a fischiare Berlusconi. Ma male, malissimo fanno i bugiardi che vendono la merce avariata di una storia “parificata” dove chi sparava con i nazisti e non contro di loro dovrebbe essere onorato, festeggiato insieme con chi dai nazisti fu ucciso.

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