Divorzi/ Treviso: per il Tribunale anche un’amicizia segreta, un tradimento “virtuale”, è una violazione del dovere di fedeltà

Un tribunale di Treviso ha stabilito che il tradimento, come causa di divorzio, prescinde dalla consumazione di atti sessuali.

Giacomo e Giuseppa erano finiti davanti al tribunale perché la donna, persuasa che il marito la tradisse con una collega di lavoro, aveva chiesto il divorzio. A nulla sono valse le proteste di innocenza di Giacomo, oltre all’assenza di riscontri materiali dell’avvenuto tradimento, per convincere  i giudici che quella che intratteneva con la collega era una semplice amicizia.

La Corte ha infatti fatto prevalere il principio secondo cui un tradimento, anche se «virtuale», costituisce comunque una «violazione del dovere di fedeltà».

Giacomo è stato condannato a pagare un assegno di mantenimento alla ex moglie di 750 euro mensili.

Anche un’amicizia segreta che non si risolva in una chiara relazione sessuale è da intendersi come un’offesa alla dignità del coniuge, «avvicinandosi la nozione di fedeltà coniugale a quella di lealtà». Di qui, per la Corte di Treviso, il diritto della donna ad essere risarcita.

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