Donne d’Impresa: Elena Maria Barbara Novati della Novati Commerciale Sarda
Non Wonder Woman.
Tre nomi: Elena Maria Barbara per rispetto all’albero genealogico della famiglia ma
tutti, però, la chiamano, giustamente, “Ele”. La Novati Commerciale Sarda è azienda
leader nel settore dell’acciaio e della siderurgia.
Con sede a Cagliari, nasce nel 1947, piccola azienda ma grande punto di riferimento nel suo settore. Oggi 10 dipendenti e
con Ele al timone, un grande entusiasmo che punta su una continua innovazione e sul
miglioramento della qualità del lavoro, diversificando i prodotti.
Una leadership, la sua, che dura da più di 9 anni in un’azienda che ormai lei ha plasmato con la sua presenza
costante e fattiva. Una ragazza con la valigia in mano, perché Ele, nonostante sia
ancora una giovane signora, ha vissuto in Spagna 7 anni, ha insegnato lingue a
Torino, per ulteriori 7 anni e si è laureata alla IULM, dopo aver terminato gli studi in
un collegio Svizzero e la Scuola Superiore di Interpreti a Milano.
Due sorelle, di cui una ha scelto di dedicarsi prima totalmente alla famiglia e ai suoi tre bellissimi figli e
ora collabora nella società immobiliare di famiglia ed Elena che non avendo fratelli
maschi ha indossato con orgoglio il cappello del leader ed è diventata la più
aziendalista di casa Novati. Bionda, non altissima, ma come si schernisce lei “nei vasi
piccoli, ci sta la roba fine”.
Il suo interesse per l’acciaio e la siderurgia è da sempre
l’affare di famiglia ma, in realtà, la sua grande passione è rivolta a tutto ciò che è
“olistico”. “Siamo fatti di energia, ci ricorda Elena, tutto quello che richiama l’energia è
per me motivo di grande interesse e studio – aggiunge –“. Infatti il “Reiki”, non a caso
è una delle sue preferite filosofie di vita.
Nata sotto il segno dei “Gemelli”, è il tipo cheriserva sempre una sorpresa e che riesce ogni volta a tirare fuori dal cappello dei suoi programmi, qualcosa di davvero interessante e nuovo. Innovativa, e lungimirante, è la
leader dello staff dei suoi 10 collaboratori di ferro che la rispettano per la sua umanità,
professionalità e per il suo cuore. Se le si chiede come mai non ha ancora “messo su
famiglia”, ci lascia un attimo con il fiato sospeso, fa una pausa e poi risponde:
“Chissà… mai dire mai…”.
Per conoscerla meglio e di più le abbiamo chiesto:
Il nonno ha fondato l’azienda, ma se così non fosse stato, quale sarebbe
stata la sua scelta di vita?
Probabilmente avrei scelto qualcosa nel campo umanitario oppure nella ricerca.
Sicuramente mi sarebbe piaciuto molto viaggiare ed esplorare nuove culture,
trasferendomi a vivere per dei periodi di tempo in India e/o America Latina.
Un’azienda di dieci persone è comunque orgogliosa della sua dimensione di
nicchia e “a conduzione familiare” o conta di lanciarsi nel mondo della
globalizzazione e quindi di ambire ad una vera crescita?
In questo momento trovo che l’azienda abbia la giusta dimensione e sono molto fiera
delle persone che collaborano con me. Quando sono entrata in Novati, l’azienda stava
attraversando un momento difficile, dovuto anche alla rapidità con cui stava
cambiando tutto. Ci siamo un po’ presi per mano tutti e insieme abbiamo creato quella
che oggi è la nostra realtà: una realtà nuova, moderna, dinamica. Questa per me è
già una crescita. Poi certo i numeri sono importanti, ed è possibile che ci
ingrandiremo, ma questo non deve andare a discapito del rapporto umano.
In Italia si sta con fatica raggiungendo una certa “parità di genere”. Oggi,
con una donna a capo del Governo, pare ci sia un nuovo vento a favore del
“femminile”. Lei che ne dice? Vale anche per la Sardegna?
Sinceramente non amo molto questa terminologia. Non vorrei essere fraintesa, ma ho
l’impressione che la donna, a volte, per affermarsi sia ancora costretta ad
“omologarsi” all’uomo. L’universo femminile è immenso e ricco di risorse quindi più
che parlare di “parità di genere” mi piace pensare ad un “rispetto e/o
complementarietà di genere “dove due universi – quello maschile e quello femminile si
uniscono e si integrano, elevandosi reciprocamente… ma forse è ancora prematuro…
Covid, guerre e crisi di mercato hanno condizionato la sua azienda o nei
programmi del PNRR c’è un Vostro progetto, che potrebbe essere l’asso nella
manica per il futuro della Novati ma anche del territorio sardo?
Abbiamo vissuto tutti momenti difficili, prima con il Covid poi con la guerra. Oggi
stiamo assistendo ad un’impennata dell’inflazione. Non è facile guidare le aziende in
questo momento. È necessario che il governo intervenga anche con altre manovre, ad
esempio un alleggerimento della pressione fiscale. Sicuramente il PNRR è un valido
aiuto, ma penso per realtà più grandi o diverse dalla “Novati”. Auspico comunque che
possa contribuire a creare ricchezza nel territorio.
Il suo percorso professionale è ricco di viaggi, esperienze in altri Paesi e altri
settori. Ma quali sono le ragioni per cui oggi una donna può desiderare di
diventare imprenditrice di successo?
Un’azienda è come una creatura che vedi pian piano crescere e ti ci affezioni. Per cui
credo che una possibile risposta sia poter trasferire tutte le tue esperienze e valori e
vedere che pian piano prendono forma e che tu cresci e le persone con te. Questo è il
vero arricchimento e/o il vero successo.
Il futuro della Novati Commerciale Sarda sarà ancora e sempre solo un affare
di famiglia?
È qualcosa a cui non ho ancora pensato e forse è ancora presto per rispondere. Per il
momento ci sono io, con la squadra, perché da soli non si va da nessuna parte. Poi in
futuro si vedrà.
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