Donne d’Impresa: Greta Mandarini (Intrapan), 800 km in bicicletta per fuggire da ogni violenza

Donne d’Impresa: Greta Mandarini (Intrapan), 800 km in bicicletta per fuggire da ogni violenza.

La sfida era stata quella di superare le offese e le violenze di un amore sbagliato, classico “amore tossico”. In sella alla sua storica bicicletta, Greta Mandarini era fuggita a gran pedalate: 800 chilometri in una settimana, un vero record per arrivare da Thiene, in Veneto, fino  a Roma lungo la via Francigena.

Quasi trent’anni e una vita tutta da ricominciare, quella di Greta Mandarini, con la sua azienda Intrapan di cui è contitolare, con 45 dipendenti, un fatturato in crescita e vero punto di riferimento per Ho.Re.Ca. (Hotel, Restaurant, Cafe /Catering), Vending e GDO.

Sono passati due anni da quella fuga ma Greta non ha mai dimenticato  la sua vera e importante  missione sociale a favore di tante donne che, come lei,  hanno subito violenza da un rapporto sbagliato. La sua pedalata, molto meglio degli psicofarmaci, è servita non solo per dimenticare ma anche per attivare una raccolta fondi fatto a favore dello sportello “Donne di Thiene” (VI) a cui si era rivolta disperata, anche lei.

La gratitudine non è di questo mondo ma Greta è una rara e bellissima eccezione. Lasciandosi alle spalle il passato, ha dimostrato, infatti, a se stessa, oltre che a tante altre donne, che la vita vale la pena di essere vissuta anche da sole, e senza il giogo di un rapporto sbagliato. Ma non solo: perché Greta è riuscita, da un danno subito, a fare anche del bene, portando il suo esempio liberatorio in giro per l’Italia.

Inoltre,  e grazie al suo spirito imprenditoriale,  il suo tour in bicicletta, è servito anche come test per la sua salute ed energia. Infatti, durante la sua storica volata, proprio lei – personalmente –  ha “testato” gli snack prodotti dalla sua azienda, studiati appositamente  per rinnovare l’energia degli atleti in corsa o, comunque, sotto sforzo.

Che incredibile progetto di marketing è nato così da una grossa delusione! Suo padre che da sempre è impegnato nella ristorazione, confezionando golosi tramezzini, ha acceso in lei un nuovo stimolo di creatività a favore dell’azienda che ancora oggi vanta numerosi e golosi estimatori. E non solo nel modo dello sport. Laureata in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali, Diritti Umani all’Università degli Studi di Padova, Greta  è stata anche tutor per studenti disabili presso il Servizio Disabilità e Dislessia della stessa Università.

La sua gavetta fra marketing e relazioni internazionalil’ha vista anche  business development manager per promozione e vendita dei prodotti caseari italiani sul mercato indiano. Esperta di marketing, turismo, si è specializzata anche nella promozione dei prodotti made in Italy. Naturalmente le sue competenze comunicative sono tali non solo in italiano ma anche in lingua inglese, grazie alla sua esperienza nel Regno Unito e in India. Tra i suoi skill, la capacità di networking sviluppata durante la partecipazione di eventi istituzionali, organizzati dalla Camera di Commercio di Mumbai

Le abbiamo chiesto.

Non ti curar di  lor, ma guarda e passa, diceva Dante e non solo lei è passata oltre alle violenze subite, ma è volata lontano anche con la sua azienda: quale sarà il futuro di Intrapan?

Intrapan sta vivendo un momento di grandi cambiamenti dettati dal passaggio generazionale ma anche dalla riorganizzazione dell’assetto organizzativo. L’ingresso dei figli in azienda ha portato nuova linfa: la coesistenza di due generazioni della famiglia Mandarini ha permesso di dare continuità al progetto del padre. Il valore “famiglia” è stato il caposaldo che ha permesso ad Intrapan di continuare a crescere negli anni.

La sfida oggi è quella di trasformare la grande famiglia di Intrapan in una squadra per continuare ad offrire ad un mercato in espansione lo snack di sempre, buono e genuino. L’attenzione della seconda generazione sarà posta su due temi: il mantenimento della qualità delle materie prime utilizzate per offrire il massimo gusto e l’ascolto continuo dei bisogni dei consumatori. Gli investimenti previsti hanno come obiettivo l’evoluzione dell’attuale modello di business in un nuovo modello basato sullo sviluppo sostenibile che mette al centro l’ambiente, le risorse e le persone.

Lo stabilimento, completamente rinnovato, verrà certificato per garantire il massimo standard qualitativo, per efficientare tutti i processi e per rendere l’ambiente di lavoro un luogo in cui star bene. Intrapan porterà sul mercato un’offerta nuova ma resterà fedele allo spirito artigianale da cui ha preso vita: fare le cose buone come fatte in casa.

 La sua nuova sfida, oggi è, contro le barrette, i cibi super proteici e gli alimenti che producono energia, ma senza danneggiare la salute. Quale la ricetta giusta per accontentare la gola, lo sforzo fisico ma anche la salute di chi mangia i vostri prodotti?

Abbiamo sempre lavorato con prodotti di alta qualità: il pane fresco prodotto quotidianamente da un forno locale e le farciture ricche e genuine. Il confezionamento in ATM è solo un mezzo che ci permette di conservare il cibo in modo naturale. All’interno della confezione non vengono aggiunti conservanti o miglioratori ma, andando a togliere l’ossigeno, siamo in grado di allungare la vita dei prodotti.

La qualità è la stessa degli snack fatti in casa, non vi è nulla di diverso. Da qualche anno l’azienda ha intercettato un nuovo target di persone che cerca una merenda sana e completa per le attività outdoor. Sana oggi significa non raffinata, naturale, meno lavorata. Di qui nasce la sfida ai cibi ricomposti come sostitutivi della merenda. La merenda deve contenere tutti i nutrienti indispensabili per mantenere alti i livelli energetici, senza appesantire e senza introdurre componenti non necessarie all’organismo. Mangiare un panino è appagante per il corpo e per la mente, perché ci riconnette con il territorio e ci porta a rivivere il piacere della condivisione e della convivialità. I nostri prodotti sono studiati per ricreare queste sensazioni in qualsiasi posto e occasione. Insomma il prodotto giusto nel momento giusto, quando serve ricaricare le batterie.

 Se lei non avesse scelto questo percorso imprenditoriale nel food, quale sarebbe stata la sua altra aspirazione professionale?

Il mio percorso di vita è stato ricco di esperienze in diversi campi. Diciamo che oggi ricopro un ruolo che mi soddisfa molto, un ruolo che ho ricercato dopo tante strade intraprese e poi abbandonate. Inizialmente avrei voluto intraprendere una carriera in ambito scientifico, come fisioterapista/massaggiatrice sportiva.

Provenendo da un’infanzia e adolescenza passata nella sala di danza mi appassionava tutto ciò che era la preparazione fisica del professionista. Mi piaceva sentirmi bene con corpo e mente e di conseguenza desideravo che le persone intorno a me si potessero sentire bene. La connessione con me stessa e con il mondo passava attraverso un equilibrio psico-fisico che avrei voluto trasmettere. Poi la vita mi ha regalato nuove opportunità che ho colto sempre con grande entusiasmo. L’azienda di famiglia è stata la fermata definitiva: la passione per ciò che faccio rappresenta oggi la massima espressione di ciò che avrei voluto diventare.

 Oggi che in Italia abbiamo Giorgia Meloni, secondo lei stiamo raggiungendo finalmente una vera “parità di genere”?

Vedo la parità di genere ancora come un lungo percorso. Personalmente non ritengo corretto l’uso del termine “parità”, ritengo invece più opportuno parlare di “valorizzazione” di genere. Uomo e donna sono naturalmente diversi e pertanto vanno valorizzati per ciò che sono.

La donna in società ricopre oggi ruoli di responsabilità e per farlo ha scalato una montagna, dimostrandosi capace di conciliare la sfera familiare con la sfera lavorativa. Spesso accade che la donna acquisisca potere ricalcando atteggiamenti maschili per ottenere determinati risultati. La sfida di noi donne è proprio questa: farci rispettare mantenendo la nostra identità originaria, senza forzare per essere qualcuno che non siamo.

 Senza voler essere invadenti le chiediamo come spera sarà la sua vita fra 10 anni: una bella famiglia con tanti bambini? Una folgorante carriera  di manager da multinazionale? Un’altra fuga in bicicletta verso nuove avventure?

Sto lavorando sodo per far crescere l’azienda, dedicandoci tanto tempo ed energie.

Ma la mia vita non sarebbe completa se mancasse la bicicletta. Questa rappresenta per me la libertà e allo stesso tempo la motivazione di impegnarmi in nuove sfide sportive. Il mettermi alla prova, cercando di migliorare sempre di più le mie performance, diventa un allenamento mentale che sfrutto anche sul lavoro.

Cerco sempre di ritagliarmi del tempo per mantenere un certo equilibrio tra carriera e vita privata. In realtà lo sport stimola la mia creatività, apre la mente e crea spazio tra i pensieri. Molti progetti sono nati proprio durante i giri in bicicletta.

Nel breve termine il focus resta sulla carriera ma sto già programmando una nuova impresa ciclistica. Stavolta non sarò da sola ma condividerò l’avventura con il mio compagno che come me ama viaggiare in bicicletta.

Tra 10 anni mi vedo a capo di un’impresa strutturata che sarà riconosciuta in Italia e all’estero come simbolo dello snack fresco italiano per eccellenza.

 

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Orietta Malvisi Moretti