Donne d’Impresa: Marilù Bartolini, non a caso banker
Non è un cervello in fuga dall’Italia pur avendo vissuto – nonostante la giovane età – diversi anni in Svizzera, Francia e Gran Bretagna! Marilù Bartolini, trent’anni trascorsi fra formazione e specializzazioni varie, alla faccia del suo fisico da pin-up , è orgogliosamente rientrata nella sua bella Toscana, pur con un piede a Milano, e con il suo bagaglio di esperienza e competenze guadagnate all’estero. Oggi è proprio lei che con tenacia e passione sta costruendosi una promettente carriera piena di soddisfazioni (e lavoro) nel campo della consulenza finanziaria. Scrive, legge, le piacciono moltissimo i cinema d’essai, anche se non trascura – nel tempo che riesce a dedicare a se stessa – di ritagliarsi un po’ di tempo per correre nella bella campagna di casa sua, la Maremma, dove spesso ritorna per un doveroso ricarico di energia “pulita”. Papà medico, mamma insegnante che l’hanno sempre sostenuta moralmente e concretamente nelle sue scelte di imparare, anche andando all’estero, tutto quello che poteva per crescere in competenze e “fare la differenza”. Maturità classica, Master in Management presso l’ESCP Europe Business School di Parigi, vanta un percorso lavorativo che si è costruita tutto da sola puntando su diversi percorsi di studio e formazione assolutamente di altissimo livello. Ha sacrificato molto del suo tempo libero per questo ma lo ha fatto con la lungimiranza di chi aspira a costruirsi il proprio futuro in Italia. Il suo sogno è anche la famiglia – ci confida – però, oggi come oggi, avrebbe molte difficoltà a poter trovare il tempo di far crescere un figlio. Mancano aiuti e strutture, si sa, per le donne che lavorano. In questo momento, come altre giovani donne capaci, anche Marilù vuole “realizzarsi” e non solo come mamma. Lo fa sacrificando a volte il tempo dedicato ad interessi extra lavorativi e privacy. è noto, infatti, che in Italia ci vuole doppia anzi tripla fatica, per una donna, rispetto al percorso lavorativo di un uomo, per raggiungere gli stessi risultati. Da questo punto di vista, secondo Marilù, abbiamo ancora molto da imparare: in Svizzera, per esempio spessissimo sono i papà e non solo i nonni, che vanno regolarmente a prendere i loro bambini a scuola al pomeriggio, e ovviamente dopo l’orario di ufficio. È vero anche, però, che rispetto alla generazione di suo padre, ora le nuove coppie si dividono i compiti senza troppe lamentele o pregiudizi e ci sono molti papà che oltre a fare la spesa, cucinano per tutta la famiglia e anche meglio di tante mamme!
È comunque una carriera in divenire la sua, e ogni giorno con il suo lavoro Marilù mira a sostenere le aziende e a far loro conoscere meglio e di più i vari servizi e gli strumenti che possono offrire le banche in questo periodo storico di grandi cambiamenti. Naturalmente preparatissima nell’uso delle nuove tecnologie questo astro nascente del mondo finanziario è una vera promessa per un futuro di una società migliore.
Per saperne di più della sua vita le abbiamo chiesto:
Meglio la carriera o la famiglia? L’ideale sarebbero entrambe le cose, ma in realtà c’è ancora molta strada da fare, specialmente nel nostro Paese. O no?
Sì assolutamente. Ogni volta che una donna viene posta di fronte alla scelta tra lavoro o famiglia, significa che la nostra società ha fallito.
Per fortuna oggi, sempre di più, questo è un tema di discussione. Se ne parla molto ed anche in ambito professionale, nelle aziende più virtuose, sono stati messi in campo programmi specifici. Un esempio su tutti è la possibilità di avere flessibilità sul lavoro, basata su un rapporto di fiducia, che è fondamentale.
Purtroppo, spesso se ne parla, ma i fatti concreti, ahimè, a volte sono ancora pochi.
Tuttavia, già semplicemente parlandone, è stato distrutto questo tabù e questo è assolutamente positivo. Ogni giorno, tutti possiamo fare qualcosa in questo senso. Sensibilizzare le persone è sicuramente fondamentale ed è quello che ci porterà verso la giusta direzione. In primis, siamo noi donne a doverci convincere che nulla ci è impossibile.
La sua mission professionale, nonostante le nuove tecnologie e il rischio che l’intelligenza artificiale possa prendere il sopravvento sul nostro “modus vivendi”, è ancora quella di comunicare direttamente, arrivando in prima persona a presentare se stessa ed i vari servizi proposti dalle banche?
Inizialmente, devo ammettere che avevo un certo timore rispetto all’avvento dell’intelligenza artificiale. Avevo letto superficialmente alcuni articoli e viaggiando con la fantasia me ne ero fatta un dipinto a tinte fosche.
Poi, come cerco di fare con tutte le cose di cui sono ignorante, ho cercato di documentarmi più approfonditamente, leggendo articoli scientifici e testi ed ho cambiato opinione. Credo che questo tipo di tecnologia sia qualcosa che non abbia paragoni con quello che abbiamo visto finora. É appunto “intelligente” nel senso che può imparare e migliorarsi. Sicuramente, quindi, gli impatti che avrà sulla nostra società non potranno che essere dirompenti ed avranno sicuramente alcuni lati negativi, come è stato per ogni grande mutamento della storia. Tuttavia, penso che se l’avvento di queste nuove tecnologie arriveranno un giorno a sollevare gli esseri umani da quei compiti che di umano hanno davvero poco, non potranno che essere un bene per noi. Con questo voglio dire che nulla sostituirà mai le nostre relazioni e la nostra capacità empatica. Queste nuove tecnologie potranno però esserci di grande aiuto sostituendosi a noi in quei compiti che sono per lo più ripetitivi, a volte anche pericolosi e che non richiedono un grande sforzo intellettuale.
Così giovane ma così determinata, soprattutto nella scelta di una professione “poco umanistica”, rispetto alla sua formazione da liceo classico. Se non avesse scelto il campo della finanza, quale sarebbe stata “l’altra” Marilù”? Una ballerina, una cantante, una storica dell’arte o una pittrice?
Rifarei il liceo cento volte, è stata una tra le cose più belle che ho fatto nella mia vita.
Ho scelto poi di studiare economia, perché, una volta scoperto il passato, avrei voluto conoscere il presente e sapere che direzione avrebbe preso il futuro del mondo.
Io adoro scrivere, non so se so farlo bene, ma non riesco a farne a meno.
Ho iniziato da piccola, sono figlia unica e sono nata e cresciuta in un piccolo paese. Avevo così tante cose da raccontare e mi mancava un pubblico che mi desse udienza. Così ho iniziato a scriverle. Per lo meno potevo raccontarle a me stessa in attesa di poterle condividere con qualcuno.
Poi, negli anni, tra lo studio ed il lavoro, sono riuscita a collaborare con alcune testate e magazines e da ormai dieci anni, sono diventata una giornalista pubblicista, iscritta all’Albo.
Sicuramente “l’altra” Marilù avrebbe fatto la scrittrice o la giornalista a tempo pieno, magari in una bella fattoria in maremma. Non è comunque qualcosa che escludo per il futuro
AIDDA (Associazione Donne imprenditrici e Dirigenti d’Azienda) aiuta le imprenditrici nella formazione e nel fare rete. Pensa che l’unità “al femminile” che questa Associazione veicola da più di 60 anni possa essere una forza trainante per la nostra economia?
Ne ho la certezza assoluta. Ho conosciuto il mondo di AIDDA durante i miei primi anni di carriera, partecipando ad alcune conferenze. Poi sono partita per l’estero ed ho continuato a seguire le attività da distanza.
La mission di AIDDA va proprio nella direzione di cui facevo riferimento prima. È un’unione di donne dalla forza straordinaria che possono mettere insieme la loro esperienza e le loro capacità per sfondare qualsiasi porta chiusa. È quello di cui in Italia abbiamo ancora tanto bisogno. Le socie rappresentano esempi concreti di talento imprenditoriale. Sono donne che hanno saputo realizzare grandi cose e che sono fondamentali per ispirare la società a migliorarsi. Seguendo il loro solco, potranno germogliare preziosissimi semi.
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