Dopo Bin Laden, il dialogo con l'islam: la prossima tappa di Obama

ROMA – ''Ancor prima che venisse eletto, Obama aveva detto che voleva cambiare i rapporti degli Usa con il mondo arabo e non limitarsi ai contatti con i vertici politici, spesso corrotti. La sua attenzione si e' rivolta subito ai dissidenti, al mondo studentesco, ai sindacati''. E' quanto afferma l'ex consigliere del presidente degli Stati Uniti, Parag Khanna, in un'intervista a L'Unita'. ''Gli Usa non hanno ostacolato la caduta dei regimi in Egitto e in Tunisia – aggiunge – e hanno detto chiaramente che Gheddafi in Libia se ne deve andare. Ma le riforme, economiche, politiche, parlamentari, devono continuare e gli Usa devono spingere fin da subito perche' si continui su questa strada''. Dopo la cattura e la morte di Osama Bin Laden, per Khanna il dialogo con i talebani deve continuare. Finora ''era ostacolato dal fatto che spesso l'Occidente, gli Usa non sapevano con chi stavano parlando, chi queste persone rappresentavano – prosegue l'ex consigliere -. Ora il quadro s'e' fatto piu' chiaro e non c'e' alternativa al dialogo. Gli stessi talebani se ne rendono conto e hanno appena aperto un ufficio in Arabia Saudita''. Khanna si dice convinto che ''la pace arrivera' soltanto nel dialogo con loro''. Sul piano della politica interna degli Stati Uniti, invece, l'ex consigliere di Obama e' ''pessimista'' perche' ''non vengono prese le decisioni giuste sulla questione fiscale. Obama ha iniziato un processo – aggiunge – e ha bisogno di almeno otto anni per riuscire a portarlo avanti''.

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