Draghi: “Deflazione Europa preoccupante. Ripresa difficile”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Novembre 2014 - 10:24 OLTRE 6 MESI FA
Draghi: "Deflazione Europa preoccupante. Ripresa difficile"

Mario Draghi (Foto Lapresse)

FRANCOFORTE – La deflazione in Europa preoccupa il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi. “La situazione dell’inflazione nell’Eurozona è diventata sempre più difficile”, ha detto ad un convegno a Francoforte, ribadendo ancora una volta che la Bce farà “tutto quello che deve per alzare l’inflazione e le aspettative d’inflazione il più veloce possibile”, ovvero con le nuove misure ancora avversate dai falchi tedeschi: tassi ai minimi, acquisto di Abs e obbligazioni garantite, grilletto caldo per lanciare il quantitative easing.

“Se l’attuale politica monetaria non è efficace abbastanza aumenteremo la pressione ampliando ulteriormente i canali attraverso cui interveniamo, cambiando mix, volume e ritmo degli acquisti di titoli”.

Draghi ha ricordato i progressi fatti dal picco della crisi: i rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi della periferia sono scesi del 3%, le forti disparità tra Paesi si sono un po’ ridotte. Ma la ripresa è ancora al minimo

“e anche gli indici Pmi pubblicati giovedì suggeriscono che una ripresa forte non ci sarà nei prossimi mesi, con gli ordini al settore manifatturiero che sono calati per la prima volta dal luglio 2013”.

Proprio sull’andamento dei prezzi si concentrano le preoccupazioni di Draghi. La politica della Bce è che i prezzi restino poco sotto il 2%, ma, ha detto il governatore

“se nel novembre scorso l’inflazione si attestava allo 0,9%, quantomeno si aspettava che risalisse oltre l’1%. Invece non è accaduto e l’ultima lettura ci parla di prezzi al +0,4%. Abbiamo già avuto una bassa inflazione in passato, spinta giù dai prezzi dell’energia. E’ stata addirittura negativo nel 2009. Ma a quel tempo, l’inflazione di fondo si stava già muovendo verso l’alto visto che l’economia era in ripresa, tanto che ci ha tranquillizzati sul fatto che la dinamica dei prezzi sarebbe risalita nel medio termine. Questa volta, il quadro generale è diverso”.

Draghi teme che il basso livello di inflazione diventi endemico alle aspettative di inflazione anche a lungo termine. Sapendo infatti che i prezzi resteranno costanti, un investitore sa che il tasso reale sarà maggiore, e quindi rimanderebbe il proprio investimento. Ma visto che la Bce ha già i tassi al minimo, non si potrebbero azionare leve ulteriori e si sfocerebbe in un restringimento monetario, che è proprio l’opposto degli obiettivi di Draghi.