Ipotesi Reichstag, la più plausibile e forse la peggiore. Negli anni ’30 del secolo scorso il nazismo appena insediato al governo usò l’incendio notturno appiccato al palazzo del Parlamento, appunto il Reichstag, per motivare l’eliminazione di ogni libertà civile politica in Germania in nome della sicurezza della patria e del popolo. Non di rado nella Storia il potere, il governo, il regime che vuole forzare la situazione e avere mano libera per il peggio inventa, fabbrica o almeno usa e approfitta di pretesti, alibi preventivi. L’incendio del Reichstag è diventato un “classico”, la formula indica un percorso a suo modo appunto classico: si mette in scena attentato al cuore dello Stato, attentato che giustifica e motiva e rende obbligata e dovuta ogni reazione, ogni atto di forza da parte del potere e Stato minacciati.
Il drone inviato, filmato e fatto esplodere sul Cremlino può essere un “incendio del Reichstag”, può essere il palcoscenico, il pulpito, l’atto iniziale di una sceneggiatura estrema pensata, scritta e messa in prima in cielo e poi in terra da Putin stesso e dai servizi di sicurezza e apparati militari della Federazione russa. Ci attaccano a Mosca, volevano uccidere Putin! Sono gli ucraini armati dagli americani! Ogni ritorsione è legittima e doverosa. Quale ritorsione? Kiev bombardata a tappeto? Un’atomica cosiddetta tattica o “di teatro”, cioè relativamente piccola ad annichilire le brigate della controffensiva ucraina? Se l’ipotesi Reichstag è quella giusta, allora quel drone sul Cremlino è una stella cometa di guerra mondiale.
Drone sul Cremlino: se sono stati gli ucraini
Politicamente ai limiti dell’improbabile, militarmente possibile ma stupefacente.
E se invece sono stati gli ucraini a spedire il drone sul Cremlino? Politicamente una scelta e una mossa ai limiti dell’improbabile: il gesto dimostrativo per atterrire il nemico avrebbe avuto senso nell’immediato dopo di una offensiva sul campo riuscita. Russi ricacciati dove erano prima del loro attacco del 24 febbraio scorso, quindi regime e Putin stesso scossi se non traballanti e a questo punto la “goccia” da traboccare il vaso, l’umiliazione di un drone ucraino che arriva fin sopra il Cremlino.
Ma prima dell’offensiva non ha politicamente e strategicamente senso. Ma, tecnicamente, può un drone nemico perforare ogni difesa aerea russa e arrivare fin lì? Più no che sì, ma anche sì, si può. Il che darebbe la stupefacente notizia di un sistema militare russo inefficiente in maniera inimmaginabile. Difficile quindi siano stati gli ucraini, ma, fosse loro il drone, sarebbe comunque una stella cometa di guerra mondiale. Immaginate un drone che esplode sulla Casa Bianca o sull’Eliseo o su Downing Street, un drone russo lì mandato dai russi e capirete perché.
Se è stata l’opposizione russa
Quale opposizione? Esiste davvero? Opposizione dal di fuori del sistema e quindi giunta a delineare una sorta di guerra civile a bassa intensità? O anche opposizione dall’interno del sistema: progetti e/convulsioni per far cadere e sostituire Putin? Nel caso fosse un drone inviato da una sorta di opposizione fuori dal sistema occorrerebbe prendere atto che questa è armata e dotata di armi. Quindi bagliori e anche più di guerra civile in Russia. Quindi il messaggio, l’annuncio nel cielo che viene da quel drone non cambia. Neanche fosse il drone di una frazione di sistema impegnata a liberarsi di Putin: sempre stella cometa di guerra mondiale. L’unica speranza è che le stelle cometa, almeno questa, facciano cilecca.