Elezioni, Bossi arrabbiato per Milano

ROMA 16 MAG Male a Milano dove si – ROMA, 16 MAG – Male a Milano, dove si pagano le scelte del Pdl. In crescita, con le proprie liste, nel resto ''della Padania''. La Lega commenta per ultima il risultato alle amministrative. Ma quando lo fa, dichiara il suo disappunto per Milano e chiede una ''riflessione'' all'alleato di governo. Perche', e' in estrema sintesi l'analisi che circola a via Bellerio, se il Carroccio deve incassare lo smacco di Milano, e' proprio a causa delle scelte di Silvio Berlusconi e dei suoi. Resta ufficialmente in silenzio Umberto Bossi. Ma dalla stanza di via Bellerio dove e' chiuso per l'attesa e poi l'analisi dei risultati, trapela la sua sorpresa e anche la rabbia per i numeri incassati dalla coalizione di centrodestra. Anche perche' a Milano il Carroccio registra un -3% rispetto alle politiche del 2008, ma deve soprattutto digerire un inatteso ballottaggio con una candidata, Letizia Moratti, che fino all'ultimo si era chiesto a Berlusconi di cambiare. Quello di Milano e' un voto ''anomalo, perche' pensare che la citta' vada in mano agli estremisti non e' mai successo'', afferma alle 22.30 in conferenza stampa il viceministro Roberto Castelli. E invoca la necessita' di ''riflettere'' in vista del ballottaggio. Poi puntualizza: ''In questo momento distinguiamo il voto in due parti: Milano, dove non e' certo positivo per il sindaco, e il resto della Padania, dove la Lega sta registrando un aumento di voti''. I dati di Milano, del resto, sembrano penalizzare non solo la Moratti, ma la stessa Lega. La lista del Carroccio passa infatti dal 3,8% del 2006 al 9,5%. Ma perde quasi tre punti rispetto alle politiche del 2008, quando aveva raggiunto il 12,3%. Il tracollo, certo, lo registra il Pdl, che nel 2006 sommando i voti di Fi e An arrivava da solo al 40,8% e oggi si ferma al 28,9% (alle politiche era al 36,9%). Ma quello che da via Bellerio si rimprovera all'alleato e' di aver trascinato giu' anche la Lega, almeno a Milano. Mentre altrove nel Nord i primi dati, dicono dalla sede dei lumbard, consegnano a Bossi un rafforzamento delle sue liste. Con buoni risultati anche in alcune citta' dove si e' scelto di andare soli, come a Gallarate (si prospetta un ballottaggio col Pdl). ''E' innegabile che qualcuno dei nostri a Milano abbia dato un voto disgiunto'', ammette il leghista Davide Boni. Perche' quel candidato sindaco, al Carroccio, non era mai andato giu'. Lungo e' stato il braccio di ferro tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, che non voleva concedere alla signora Moratti la ricandidatura. E che ancora la scorsa settimana bocciava senza mezzi termini l'attacco finale da lei sferrato a Pisapia. Ma oggi non si puo' che incassare la sconfitta milanese. ''Almeno lo scudetto l'abbiamo vinto'', e' il commento sconsolato consegnato da Roberto Maroni ai suoi collaboratori a microfoni spenti, al termine della conferenza istituzionale al ministero dell'Interno. Mentre a microfoni accesi l'ex sindaco sceriffo di Treviso, Giancarlo Gentilini, dice chiaro e tondo: ''Bossi deve prendere coscienza che i tempi stanno cambiando''. ''Io credo che la riflessione complessiva sia che il governo dovra' essere ancora piu' determinato sul capitolo delle riforme'', afferma invece Roberto Calderoli. Con una frase che sembra anticipare l'intenzione di passare all'incasso presso l'alleato, per ottenere un'azione di governo piu' vicina alla linea della Lega. Ad ogni modo, una resa dei conti all'interno della maggioranza sara' inevitabile. Anche perche' il malcontento della base inizia a trapelare. E da Facebook i militanti se la prendono con Berlusconi e con la Moratti, ancora lei: ''Io da leghista l'avrei votata non con il naso tappato, ma con la tuta che si usa per le epidemie di ebola in Africa''.

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