L’opposizione alla Destra governante, qualunque nome e forma abbia assunto, è stata non sconfitta ma proprio asfaltata dai risultati delle elezioni regionali di Lombardia e Lazio (sia detto per inciso le più importanti e significative Regioni italiane). Asfaltata: i candidati a presidente della Destra hanno in entrambi i casi ottenuto circa il 55 per cento dei voti espressi, quindi nemmeno se si fossero messi insieme Pd, M5S, Terzo Polo e minutaglia varia e diffusa di centro e sinistra (cosa oggi al limite e oltre dell’impossibile) l’opposizione alla Destra governante avrebbe vinto. Quindi opposizione alla Destra asfaltata alle Regionali. Quelli che tra gli asfaltati raccontano e lamentano e salmodiano il se ci fossimo messi insieme, quelli (troppi) dell’informazione politica che intonano e suonano la stessa musica non vedono.
Forse per cecità, forse perché non c’è miglior cieco…La realtà impietosa dice, attesta, sottoscrive e squaderna in numeri e percentuali come la Sinistra (qui si ammucchia per comodità il Pd che si avvia a pensare la Sinistra come il blocco storico dei lamenti e M5S che nella sua orgogliosa anti modernità culturale e operativa con il progressismo non dovrebbe essere neanche parente) abbia avuto da queste elezioni quel che meritava. Meritava in base alla sua confusione e soprattutto inadeguatezza. Inadeguatezza politica, culturale e strategica. Dove quella culturale è l’inadeguatezza per così dire più inadeguata. Per avere un piccolo saggio, a suo modo esaustivo, della inadeguatezza culturale, ecco la reazione di Elly Schlein (Pd che si immagina ruspante e tosto) ad un voto dove la Destra asfalta la Sinistra: “Bisogna andare più a sinistra, abbiamo perso perché guardavamo al Centro”.
La Destra, doppio premio
Da queste elezioni di febbraio 2023 la Destra ha avuto quel che meritava. E anche di più. Ha avuto la conferma che il 25 settembre 2022 è ancora ieri, oggi e insieme domani: quelli che a votare ci vanno pensano in robusta maggioranza che è meglio affidarsi a Giorgia Meloni e alla Destra e al governo di Destra-Centro. Quelli che vanno a votare pensano (con maggiore o minore cognizione di causa e consapevolezza) che sia possibile tenere insieme tutte le condizioni di intoccabilità di una economia rispettosa delle lobby professionali e di mestieri e l’aumento della ricchezza prodotta. Pensano quelli che vanno a votare, in maggioranza pensano che sia possibile tenere insieme una redistribuzione della ricchezza e una ricchezza non prodotta (non prodotta sia per via di mancata produttività, sia per via di tollerata sottrazione di risorse pubbliche, fiscali in primo mastodontico luogo).
Il Destra Centro non a caso è culturalmente e socialmente conservatore (quando non reazionario), quindi per nulla a suo agio con la missione di cambiare i connotati (almeno alcuni) al sistema socio economico. La Destra Centro è incline a conservare tutti i legni storti della spesa pubblica, dei patteggiamenti con le corporazioni, delle inefficienze di sistema. Senza spezzarne nessuno. La Destra Centro dispone poi di usurato o grottesco personale politico, quello usurato abbonda nella Lega, a partire dall’uomo che una volta chiamavano Capitano, una volta…Quello grottesco abbonda in Forza Italia ma nessuno neanche da lontano nel campo del grottesco sta al passo con Berlusconi. Il personale politico della Destra, quello fresco di potere e giovane di successo e governo spesso di cultura (cultura tout court e non solo di governo) risulta per nulla fresco e giovane. E spesso mostrano incontinenza, incontinenza nell’ansia di rifarsi. D’altra parte non è che nel Fronte della Gioventù potesse forgiarsi una complessa e articolata antropologia culturale. Ecco quindi il doppio premio che la robusta maggioranza di quella minoranza che è andata a votare tributa e riconosce alla Destra: premio meritato per quel che è, premio oltre i meriti per quel che fa, farà e può fare.