Elly Schlein prepara il suo cerchio magico: l’ala radicale del Pd, vittoriosa al congresso contro Stefano Bonaccini, apre un ricambio generazionale. Non c’è più nulla del partito di Veltroni e di Renzi. Il riformismo va in soffitta. Spazio ai fedelissimi della Schlein. Marco Furfaro, il portavoce della neo segretaria, già salta da un talk all’altro. Scalpitano leninisti e antisionisti. C’è già una proposta di legge. Sui salari? Sui migrati? Sul lavoro? No. Su “Bella Ciao” come secondo inno nazionale. Proposta con due firme: Stefano Vaccari e prezzemolino Furfaro. Il dado è tratto. Domenica 12 marzo Elly Schlein si insedierà con il via libera della Assemblea nazionale e…musica maestro. Detto questo, la nuova squadra dovrà scalare l’Everest.
Pd? Tenere unita la comunità
Una parola. Le correnti sono vive. Mica è facile ricompattare le diverse anime dem. No, non c’è il pericolo di una scissione, almeno per il momento. Anzi. Crescono i convertiti, pronti a saltare sul carro Elly. I nomi? Delrio, Nardella, Debora Serracchiani, Michele Emiliano, il veltroniano Verini. Sono tutti a caccia di un posto. Delrio ad esempio punta addirittura alla presidenza del partito, garantisce Dario Franceschini, il duca di Ferrara. Delrio “va valorizzato”. Punto. “LapiDario” è tranciante (come al solito) ; sarà in qualche modo esaudito. Elly lo ascolta. Ne conosce l’arte della sopravvivenza: per 7 anni Franceschini è stato ministro in 4 governi diversi. Un cattolico fluidamente innamorato di Elly. Guai non seguire il “LeggenDario”.
Schlein e Pd, un programma da definire
Senza programma ben definito non si va da nessuna parte. Lo ha detto anche Romano Prodi, ospite a “Mezz’ora in più“ su Rai 3 in merito all’incontro tra Schlein e Conte a Firenze e la possibilità di una alleanza fra PD e M5S per allargare il fronte del centrosinistra. Elly lo sa. Ha detto da Fazio:” Dobbiamo tenere insieme questa comunità, salvaguardare il pluralismo ma senza rinunciare ad una direzione chiara”. Di qui la scelta di accelerare sul tesseramento.
L’agenda della nuova cosa Rossa
Altro scoglio : Landini ha dettato l’agenda della nuova Cosa Rossa; punta sulla Schlein per tornare a contare ma il pacifismo anti- Kiev è una grana per i Dem. L’affinità ideologica della CGIL con Elly Schlein non è stata mai nascosta; infatti la CGIL ha impostato la campagna congressuale sui temi più sentiti dal sindacato: no al Jobs Act, salario minimo, stretta sui contratti a termine, settimana lavorativa di 4 giorni, redistribuzione della ricchezza tramite tasse. Temi cari a Elly.