ELUANA, BOCCIATA LA RICHIESTA DI SOSPENSIONE: TORNA VALIDO IL DIRITTO DI MORIRE

Eluana4 "Non luogo a provvedere". Con questa decisione la Corte d’Appello di Milano ha congelato la richiesta di sospendere l’esecutività della sentenza con cui nel luglio scorso la stessa corte d’Appello autorizzava il signor Beppino Englaro ad interrompere alimentazione e idratazione di Eluana, la figlia in coma vegetativo irreversibile da sedici anni dopo un incidente stradale avvenuto il 18 gennaio del 1992.

Nella sostanza significa che si torna a prima della sospensiva. Detto in modo un po’ brutale, se per caso Eluana dovesse morire in questi giorni, papà Englaro avrebbe dalla sua la legge. Almeno fino all’11 di novembre quando ci sarà la decisione della Cassazione. "Tutto sta andando come deve andare, cioè nella direzione giusta – dice Beppino Englaro dopo la decisione della Corte d’Appello- ci sono princìpi di diritto molto chiari al fine di rispettare le persone". Beppino Englaro si è comunque impegnato a non dare esecuzione fino a quando non ci sarà una pronuncia definitiva della Cassazione.

La Corte d’appello civile di Milano non ha ravvisato il carattere di urgenza della richiesta di sospensione dell’esecutività del decreto con il quale altri colleghi, quest’estate, avevano autorizzato lo stesso Beppino Englaro a staccare i tubi che alimentano e tengono in vita Eluana.

Non c’è l’urgenza anche perchè il prossimo 11 novembre ci sarà l’udienza in Cassazione. In quella data la Suprema Corte dovrà decidere sul ricorso presentato dalla procura generale di Milano contro la sentenza del luglio scorso.

Il caso di Eluana è oggi anche nell’agenda della Corte Costituzionale che dovrà decidere dell’ammissibilità dei ricorsi presentati da Camera e Senato relativi al conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. In entrambi si chiede alla Consulta di stabilire che "non spetta alla Corte di Cassazione e alla Corte di Appello di Milano esercitare in concreto le attribuzioni proprie del potere legislativo e di interferire con le prerogative del potere medesimo".

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