EPIFANI APRE ALLA SETTIMANA CORTA, ”MA SENZA FURBIZIE”

Epifani_mento La possibilità di introdurre in Italia, sulla falsariga di quanto proposto in Germania, la cosidetta «settimana corta» per i lavoratori dipendenti, fa ancora discutere il mondo politico, imprenditoriale e sindacale. Dopo il sì del segretario di Rifondazione Paolo Ferrero alla proposta del governo di dare la possibilità di dar vita a dei contratti che prevedano meno ore di lavoro per meno salario, in modo da tutelare l'occupazione compromessa dalla crisi, l'iniziativa vede ora d'accordo anche il segretario nazionale della Cgil Guglielmo Epifani.

CGIL – La Cgil dice « sì » all'utilizzo dei contratti di solidarietà a patto che «siano inseriti in un quadro di tutele che evitino il distacco dei lavoratori dai posti di lavoro, non escludano i lavoratori precari e non costituiscano una furbizia per evitare al soggetto pubblico di investire tutte le risorse necessarie» ha sottolineato Epifani, parlando al direttivo dell'organizzazione. «Ben venga l'avvio di un confronto con governo e imprese su tutte le forme di tutela, ed è bene che si sia passati da un'impostazione priva di senso che prevedeva la detassazione degli straordinari a questa nuova ottica», aggiunge ribadendo come servano «politiche di sostegno contro la crisi industriale, anche con strumenti parzialmente nuovi e soprattutto risorse più rilevanti».

VELTRONI – Il segretario del Pd Walter Veltroni invece evita di commentare la proposta del governo di introdurre la settimana lavorativa corta ma fa capire che le priorità per il Pd sono altre, a cominciare dall’introduzione di ammortizzatori sociali per i precari che rischiano di perdere il posto: «Non corro appresso alle proposte dei singoli ministri, – ha spiegato Veltroni – anche perchè ogni giorno un ministro se ne esce con una proposta che dopo pochi minuti viene smentita. Quando ci sarà in Parlamento un progetto sui temi del lavoro lo seguiremo con attenzione».

D'ANTONI – Sulla questione è intervenuto Sergio D'Antoni, ex segretario della Cisl e attuale vicepresidente della commissione Finanze della Camera e responsabile Mezzogiorno del Pd: «Dopo aver causato danni indicibili all'occupazione detassando gli straordinari e incentivando a rimanere il più a lungo possibile sul posto di lavoro, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi si scopre a favore della settimana corta. Un chiaro segno di schizofrenia politica che la dice lunga sullo stato confusionale in cui versa il governo Berlusconi». «Mentre l'Fmi avverte che sono necessarie riforme più incisive e coraggiose – aggiunge D'Antoni – l'esecutivo ormai naviga a vista. Finito il compitino annoiato e del tutto insufficiente del pacchetto anticrisi, il Cavaliere già si rivolge a quelle che sono le sue vere priorità: presidenzialismo e riforma della giustizia. Nel 2009 la crisi colpirà forte, e inciderà soprattutto sulle aree deboli del paese. È necessario affrontare i mesi che abbiamo davanti con il massimo della serietà, puntando sulla cooperazione di tutte le forze in grado di dare un contributo. Per evitare il disastro – conclude – l'esecutivo esca subito dal miope isolazionismo in cui si è cacciato e ascolti invece le proposte dell'opposizione e delle parti sociali».

Gestione cookie