Gianni Agnelli potrebbe aver nascosto all’estero una parte del suo “tesoro segreto”. Per realizzare questa operazione, l’avvocato avrebbe sfruttato la Exor Group, una finanziaria lussemburghese della famiglia. È quanto starebbe emergendo dalle indagini della magistratura sulla questione dell’eredità di Agnelli.
L’ex proprietario della Fiat avrebbe così eluso il fisco e tenuto all’oscuro delle sue azioni anche i familiari. Secondo le carte depositate in tribunale dai legali di Margherita Agnelli, la sua unica erede diretta, la somma potrebbe aggirarsi attorno al miliardo e mezzo di euro, per l’esattezza 1,46 miliardi.
Lo strumento per questa operazione sarebbe proprio Exor group, finanziaria lussemburghese degli Agnelli. Nata nel 1966, sotto altro nome, come una controllata dell’Ifi, considerata la “cassaforte” degli Agnelli, assunse questa denominazione dopo la fusione con la francese Exor, conquistata con un’Opa a Parigi nel 1991.
Exor Group, che all’inizio era posseduta al 100% dall’Ifi. Nel 1998 la finanziaria e la Giovanni Agnelli Sapaz ne detengono solo il 19,74% soltanto. Per il controllo delle altre quote, nel tempo spuntano una serie di fiduciarie,ma il nome di chi agisce per queste società non compare mai.
Secondo la ricostruzione dei legali di Margherita, dietro quelle fiduciarie si celava proprio l’Avvocato, che nel tempo avrebbe acquisito quote dai parenti. Exor cede delle partecipazioni, procurandosi grande liquidità: i soci possono ora spartirsi un dividendo straordinario per l’equivalente di 1,5 miliardi di euro.
A quel punto, la Giovanni Agnelli Sapaz lancia un’Opa da 2.600 miliardi di liree si finanzia proprio con il futuro dividendo. Alla fine dei giochi, la Sapazpossiede l’84% di Exor e liquida le altre fiduciarie. Se Gianni Agnelli possedeva il 50% di quelle società di copertura, il suo incasso si sarebbe aggirato di 1,46 miliardi di euro. Una somma che avrebbe fatto transitare attraverso fiduciarie off shore, in modo da non svelare l’identità del suo proprietario.
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