Dopo due anni di silenzio pressochè assoluto, sulla vicenda dei beni dell’avvocato Agnelli, arrivano anche le dichiarazioni di Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Siegfried Maron.
I tre, accusati dalla figlia del senatore, Margherita Agnelli de Pahlen, di aver gestito presunti fondi segreti del padre, affidano le loro risposte a memorie legali. Stessa strada scelta anche dalla vedova dell’avvocato, Marella Agnelli.
I memoriali sono arrivati al Corriere della Sera che li ha immediatamente pubblicati.
Il più articolato e duro, è quello di Gabetti, bersaglio privilegiato da Margherita che lo considera «il grande vecchio». La verità dell’imprenditore, però, è decisamente diversa: « l’Avvocato gestiva personalmente tutti i beni», e questo sarebbe dimostrato dal fatto che, Margherita, dopo due anni, non ha produto produrre in tribunale il presunto mandato perchè l’incarico sarebbe stato verbale.
Gabetti, rintuzza gli attacchi anche sul suo ruolo di “protector” , insieme a Grande Stevens e Maron, della Fondazione Alkyone che custodiva gran parte del patrimonio dell’avvocato. Il manager afferma di «aver mai dato alcuna istruzione a nessuno» mentre gli altri due accusati sostengono di non aver neppure saputo della nomina a garanti.
Durissima anche Marella Agnelli, secondo cui gli attacchi di Margherita sono solo «supposizioni prive di fondamento e di riscontro, irrilevanti ai fini della causa». La moglie dell’avvocato, poi, «deplora con profonda amarezza le illazioni che la figlia ha voluto affacciare nei confronti del genitore».
Franzo Grande Stevens, inceve, sceglie l’attacco ironico: «Si apprende che con devoto affetto filiale l’attrice… ha cercato, a sue spese e con sua sollecitazione, di insinuare il sospetto che alla Fiat vi fossero fondi neri a conoscenza ed uso di suo padre».
L’avvocato svizzero Siegfried Maron, invece, punta l’aspetto più debole delle accuse di Margherita, l’incarico verbale a gestire il patrimonio: «È del tutto inverosimile, per non dire surreale che un mandato estremamente esteso abbia potuto essere conferito solo verbalmente».