Eugenio Occorsio: Turbine di emozioni dopo la liberazione Concutelli

Torino – "Quando arrivano notizie come quella della liberazione di Concutelli nella mente si scatena un turbine di emozioni spesso difficilmente controllabili e che solo l'esperienza degli anni ti permette di affrontare". Così Eugenio Occorsio, figlio del giudice Vittorio Occorsio ucciso negli anni '70 quando indagava sull'eversione di destra, commenta dalle colonne di Repubblica la liberazione del killer del padre. Eugenio giustifica con il "dolore lancinante e intollerabile che può sfociare nella rabbia" la reazione del figlio 23enne, Vittorio Junior, nipote del giudice ucciso, che aveva invocato la pena di morte per il killer nero. "Non siamo stati abbandonati dallo Stato, non gli si poteva chiedere di più. Da quella sciagurata mattina in cui ho sentito gli spari e sono sceso precipitosamente dalle scale per vedere mio padre morirmi sotto gli occhi – scrive Eugenio Occorsio – la magistratura e la polizia hanno preso in mano la situazione e sono arrivati al colpevole e la liberazione non è inaccettabile: siamo davanti ad un plurinfartuato". Pierluigi Concutelli, ex capo di Ordine Nuovo, era stato condannato a tre ergastoli per l'omicidio del giudice e per aver ucciso due neofascisti a Novara, ma dopo 32 anni in cella la pena gli è stata sospesa fino al 2 marzo 2013 a causa di un ictus che gli impedisce di parlare e alimentarsi regolarmente. "Succede che mio figlio si abbandoni sulla scia dello sconcerto a espressioni insensate – ha concluso Occorsio – e invece proprio qui deve emergere la differenza fra chi è membro di una società civile, ed è orgoglioso di esserlo, e chi invece ha scelto di stare ai margini come i terroristi".

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