Expo di Milano/ In tempo di crisi ecco il piano B del Governo: si risparmia togliendo gli spettacoli e riutilizzando stand e piattaforme

C’è la crisi e quindi arrivano inevitabili i tagli. Stavolta ad essere “tagliata” è l’esposizione internazionale di Milano (Expo) che secondo le prime indagini rischia già di essere un mezzo flop. Erano infatti previsti 27 milioni di visitatori da tutta Europa e non solo, invece ce ne saranno 12 milioni, quasi tutti lombardi.

Niente allarmismi però, come nei film il Governo ha infatti pronto il piano B. Una sorta di ridimensionamento all’insegna del risparmio ma in grado comunque di garanti­re un livello alto all’esposi­zione internazionale. Meno soldi da spendere in struttu­re, insomma, più sobrietà co­me impongono il momento e il tema scelto, quello dell’alimentazione e della soste­nibilità ambientale.

La spe­sa prevista per l’Expo supera i 3 miliardi di euro per le aree espositive, gli alberghi, i col­legamenti e la gestione del­l’evento: le cosiddette opere essenziali. Denaro che verrà sborsato da Stato, enti locali, Camera di commercio e pri­vati.

Ma cosa prevede esattamente il piano B? Sul terreno de­stinato all’Expo verrebbe realizzato un prefabbri­cato sicuramente meno co­stoso: alla fine del 2015, dun­que, la struttura potrebbe ve­nire smontata e trasportata in Paesi in via di sviluppo con cui, grazie ad Expo, so­no stati fatti contratti di col­laborazione per realizzare una scuola, un ospedale, un centro per bambini senza fa­miglia e altro ancora.

Inoltre per risparmiare sui costi dell’Expo il piano governativo prevede dei tagli a tutto ciò che fa spettacolo: musica, scenografie e catering.

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