Famiglia Cristiana e Avvenire: "No a Berlusconi a reti unificate"

ROMA 21 MAG Una ''brutta – ROMA, 21 MAG – Una ''brutta pagina'' scritta da ''un primo ministro e proprietario di televisioni che si arroga prerogative inaccessibili agli avversari politici'' esprimendo ''una linea padronale'', secondo Famiglia Cristiana e che fa sollevare ''legittimi dubbi'', sostiene Avvenire, sull'opportunita' della raffica di interviste tv che Silvio Berlusconi ha dato ieri. L'offensiva mediatica del premier a favore dei candidati del centrodestra in vista dei ballottaggi delle amministrative scatena le critiche della stampa cattolica con il settimanale dei Paolini che punta il dito contro ''l'arroganza del premier a reti unificate'' e il quotidiano dei vescovi italiani che solleva interrogativi esprimendo tutta la perplessita' del giornale sull'intervento del presidente del Consiglio. Ecco che allora Avvenire, nella rubrica ''Secondo noi'' che esprime la linea del quotidiano, si chiede: ''E' davvero utile che Silvio Berlusconi sovrapponga cosi' il suo volto a quello dei candidati locali? E' opportuno che getti nella battaglia tutto il peso del governo, facendosi riprendere con il simbolo elettorale a fianco? Soprattutto: e' questo che gli italiani si aspettano da un presidente del Consiglio?''. Avvenire lascia le domande in sospeso ma avverte: ''il primo turno elettorale ha dato un messaggio eloquente''. Poco dopo, sul suo sito, non tarda a farsi sentire la voce di Famiglia Cristiana che si leva contro il premier ma anche contro ''un giornalismo Tv che non tiene dritta la schiena ma si genuflette'' e un Agcom ''troppo occupata per intervenire''. ''Nessuno immaginava – premette Famiglia Cristiana – che il premier potesse fare cinque interviste in un colpo solo, non perche' i giornalisti le avessero implorate ma perche' e' stato lui a imporle''. Tuttavia, ricorda, ''esiste una Agcom che dovrebbe fissare le regole della comunicazione e, in caso di irregolarita', punire gli inadempienti'' tanto piu' che con Berlusconi ''c'e' un piccolo inciampo, chiamato conflitto di interessi. Ma tutti zitti''. ''Pare che la Commissione debba riunirsi mercoledi' prossimo – attacca ancora Famiglia Cristiana -, lasciando che nel frattempo Berlusconi faccia altri monologhi davanti a reverenti cronisti''. ''E' da chiedersi – osserva quindi – quale effetto avranno queste esternazioni a reti unificate, non tanto per il loro contenuto quanto per la linea padronale che esprimono. Di nuovo o inatteso, Berlusconi non ha detto nulla. Al piu' si e' maggiormente avvicinato a Bossi per la faccenda della Grande Moschea, degli zingari incombenti e della sinistra inaffidabile. Copione conosciuto''. ''Che cio' serva per i ballottaggi, o dia esito negativo – conclude il settimanale cattolico -, e' tutto da vedere. Sembrava che il premier fosse stato colpito dai commenti dopo il voto, dove si giudicava assai piu' dannoso che proficuo l'avere impostato un referendum sulla sua persona. Evidentemente non e' cosi'. Se prima aveva ''mostrato la faccia'' in singoli comizi adesso siamo ad una carica di tipo alluvionale''.

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