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Ferragosto sotto tono in Romagna: pesano caro-prezzi e alluvione, calano ovunque i vacanzieri

Ferragosto sotto in Romagna:  pesano caro-prezzi e alluvione.Per carità, la gente non manca ma non c’è quel pienone che si era soliti registrare in anni passati, quando nei giorni di metà agosto inizia era praticamente possibile trovare una camera libera.

Gli operatori di Rimini e dintorni non nascondono la loro delusione. Inutile girarci attorno: i vacanzieri sono calati. Federalberghi parla di “presenze inferiori del 15%, in alcune località si arriva al 30%”. Certo, in quasi tutte le località turistiche italiane è la stessa musica, “ma in Romagna fa più male perché la partenza della stagione estiva era stata rallentata a causa dell’alluvione di maggio”.

Giugno e luglio sono stati penalizzati ed in un certo senso c’era da aspettarselo. Le immagini della catastrofe hanno fatto il giro del mondo e c’era da mettere in conto l’effetto psicologico che suscitavano. Ecco, sono proprio quelle immagini che oggi gli operatori attribuiscono “la pioggia di disdettte” caduta nelle settimane in cui normalmente si fanno le prenotazioni. È benché col trascorrere del tempo questa pioggia sia andata calando, i danni sono rimasti. Di qui la speranza di un sostanziale recupero a Ferragosto, di un sold-out che purtroppo non c’è stato.

LA PROVOCAZIONE DEL NEW YORK TIMES

Provocazione indigesta. I romagnoli l’hanno bollata come “la solita americanata“. Niente di più. Hanno altro a cui pensare. Ma cosa ha detto l’autorevole foglio statunitense? Ha detto: ”Caldo torrido, incendi, inondazioni, trombe d’aria, tempeste di grandine causate dai cambiamenti climatici che hanno sconvolto i piani dei viaggiatori di tutto il mondo: e se dicessimo addio alle ferie d’agosto?”. 

Il foglio della “Grande Mela” si accorge di averla fatta fuori dal vaso e si affretta a chiarire: “La voglia di vacanza c’è, non si discute, staccare dal lavoro è un must. Ma qualcosa va rivisto. A cambiare potrebbe essere addirittura la mappa del turismo globale, tracciata a suon di voli charter e ampie disponibilità di camere d’albergo in 50 anni di turismo di massa. Ora però ogni anno è più caldo del precedente”.

Ergo bisogna prepararsi e aggiunge il NEW YORK TIMES: ”Così le spiagge modaiole della movida spagnola o quelle rilassanti delle isole greche si stanno trasformando in saune a cielo aperto e il turismo sul lettino rischia di fare la fine di quei polpi”. Cioè una brutta fine.

ULTIMA TENDENZA: NO AL FERRAGOSTO

Sono in aumento le prenotazioni di settembre. Ma non tutti possono. Di più: uno studio dell’Unione Europea prevede che il turismo non calerà nel vecchio continente ma si avrà, specie nelle aree costiere, una redistribuzione verso nord. Insomma turismo giù del 10% nei Paesi Mediterranei, aumento del 5% nelle coste nordiche fino a poco tempo fa prese in considerazione solo da poche persone. Prepariamoci: il mese Best seller del futuro potrebbe essere a sud addirittura aprile.

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