Fiat/ Financial Times: Scajola si preoccupa per gli operai e chiama Montezemolo e Marchionne

Alessandro Marchetti Scuola Superiore di Giornalismo Luiss
Pubblicato il 8 Maggio 2009 - 14:48 OLTRE 6 MESI FA

Il Governo italiano si è accorto della Fiat. La notizia dei primi contatti diretti fra il ministro Scajola, il presidente di Fiat Group Luca di Montezemolo e l’amministratore delegato Sergio Marchionne rimbalza anche sulla piazza finanziaria di Londra: con un articolo del corrispondente Vincent Boland, il Financial Times riporta le intenzioni di Roma sul piano di fusione con Opel, Chrysler e Gm Europe. Secondo l’autorevole quotidiano economico, le intenzioni di Claudio Scajola sono di concentrare tutti gli sforzi del Governo a preservare i livelli occupazionali e le attività manifatturiere di Fiat in Italia.

«È fondamentale che le fabbriche italiane rimangano centrali in un progetto che si vuole sostenuto con investimenti pubblici», riporta il Financial Times citando direttamente la lettera inviata ieri dal titolare dello Sviluppo Economico ai vertici del Lingotto.  L’oggetto della missiva è la richiesta da parte del Governo di un primo incontro con i sindacati per discutere le prospettive dell’azienda in Italia: la mossa arriva soprattutto, dopo la notizia riportata dal quotidiano tedesco Handelsblatt, secondo cui il piano presentato lunedì al governo tedesco prevedrebbe la chiusura di alcuni impianti in Europa fra cui due proprio in Italia, uno al Sud e uno al Nord. Notizia smentita solo nella giornata di ieri da parte dell’ad Fiat.

«Sergio Marchionne ha fornito molti dettagli sulle conseguenze della fusione sugli impianti europei», riporta il Financial Times, «ma non ha mai fatto segreto della sua ferma convinzione che il consolidamento del settore sia l’unica ricetta per la sopravvivenza dell’auto alla recessione economica». La richiesta di Scajola di una concertazione del progetto di polo europeo, si accoda alle preoccupazioni crescenti e coordinate messe in campo dalle altre sigle sindacali europee in Germania e Gran Bretagna.