FIAT: TORNA LA CASSA INTEGRAZIONE PER 4.700 OPERAI

A luglio la Fiat aveva annunciato una settimana di cassa integrazione allo stabilimento Mirafiori. Pronostico ottimista: la grave crisi del mercato auto ha costretto oggi l’azienda torinese ad annunciare non una, ma due settimane di cassa integrazione per 3.500 operai. Che salgono a 4.700, con i 1.200 addetti alla produzione di ponti e cambi della Powertrain Iveco di Torino, a casa solo sette giorni.

Tutte le linee Mirafiori, ad eccezione di quelle riservate all’assemblaggio dell’Alfa Romeo "Mito", si fermeranno dal 3 al 16 novembre. Già a settembre, dopo venti giorni di ferie, i dipendenti dello stabilimento erano stati lasciati a casa una settimana. Anticipata anche la cassa integrazione già programmata allo stabilimento Fiat di Melfi, vicino Potenza, dove si produce la Grande Punto. Gli impianti si fermeranno dal 13 al 26, mentre la scadenza comunicata prima della pausa estiva prevedeva la sosta dal 20 ottobre.

"Non è una buona premessa per l’avvio della trattativa", hanno commentato i sindacalisti che proprio in queste settimane hanno convocato le assemblee degli operai per illustrare la piattaforma del nuovo contratto integrativo. "Il miglioramento delle condizioni normative e retributive – è scritto in un comunicato firmato da Fim, Fiom, Uilm e Fismic del gruppo Fiat – è parte inscindibile di un progetto mirato alla ripresa produttiva".

In più di un’occasione, l’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, ha ribadito che il gruppo italiano manterrà le promesse e gli obiettivi che si era prefissato per il 2008. Ma aveva pure aggiunto: "Spero di non di dover ritoccare gli obiettivi del 2009, ma dobbiamo vedere lo sviluppo dei mercati internazionali nell’ultimo trimestre del 2008, vedere come si va ad assestare questa crisi finanziaria, quale sarà il suo impatto sull’economia reale".

L’aria che si respirava la settimana scorsa al salone dell’auto di Parigi era piuttosto pesante. Le principali case automobilistiche fanno fatica a formulare previsioni di lungo periodo, perché data la crisi economica in atto, è molto difficile avere una visibilità sulle vendite che vada oltre un paio di mesi.

Se infatti la comunità finanziaria resta convinta che Marchionne riuscirà a raggiungere l’obbiettivo di quello che in gergo si chiama trading profit (ovvero una sorta di risultato operativo) 2008, c’è chi ritiene che la crisi renderà difficile far rispettare al gruppo le previsioni per il prossimo anno.

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