Fini: dopo la lettera dei 50 ecco la “Corrente di Montecitorio”

Pubblicato il 16 Settembre 2009 - 09:31 OLTRE 6 MESI FA

La lettera dei cinquanta “finiani” del Pdl è destinata a riscrivere l’assetto e i rapporti di forza all’interno della componente della vecchia Alleanza Nazionale, partito che, osservando le ultime polemiche, sembra aver cessato di esistere solo formalmente.

Nel momento della chiamata alle armi di Italo Bocchino per difendere l’ex leader, infatti, gli uomini che provengono da An hanno risposto compatti con distinguo e ritirate strategiche che hanno riguardato quasi esclusivamente personalità con incarichi di governo. I “colonnelli” che volevano isolare Fini, a conti fatti, si sono trovati isolati: il partito di Via Della Scrofa è dalla parte di Fini, con buona pace dei vari Alemanno, Gasparri, La Russa e Matteoli.

Se l’intenzione di Bocchino e Fini era quella di fare una conta delle truppe, allora l’operazione lettera è perfettamente riuscita e il presidente della Camera, che anche per questioni di incarico istituzionale si è tenuto fuori dalla mischia, può inaugurare una corrente tutta sua, con cui il premier dovrà misurarsi. È quella che il quotidiano La Repubblica chiama la “Corrente di Montecitorio”

Tra i 71 deputati di provenienza  An, escludendo lo stesso Fini, l’indipendente Nirenstein e i 9 impegnati al governo,  Bocchino era riuscito a raccogliere a metà pomeriggio, 50 firme. Gli allineati fedeli a Berlusconi  si sono ritrovati in minoranza: 20 deputati su 70, meno del 30% del partito. Non solo: se avessero potuto avrebbero firmato anche 12 deputati di provenienza forzista. Uomini come Benedetto Della Vedova, che alla lettera si erano aggiunti, salvo poi ritirare la firma su richiesta di Fini, per evidenti ragioni di opportunità politica.

A questo punto, nel Pdl, la frattura tra Fini e Berlusconi rischia di avere degli esiti imprevedibili. Il premier è infastidito, e non fa nulla per nasconderlo. Anche durante “Porta a Porta” del 14 settembre è arrivata l’ennesima frecciata al coofondatore di un Pdl sempre più instabile: «Proprio nel giorno della consegna delle prime case ai terremotati, quando cogliamo i successi della nostra azione di governo, siamo ancora a questo vecchio teatrino».