Fiorentina, il "pio" Boruc: "Wojtyla ha riempito la mia vita"

FIRENZE – ''La beatificazione di Papa Wojtyla e' un evento che tocca tutto il mondo e in particolare noi polacchi, una cosa giusta che ci riempie tutti di orgoglio. La sua vita ha riempito la vita di tutti noi, anche la mia. E se domenica non avessi dovuto giocare sarei andato sicuramente a Roma''. Artur Boruc ne parla con emozione. Polacco di Siedlce dove e' nato il 2 febbraio 1980, l'attuale portiere della Fiorentina non ha mai nascosto la devozione per l'illustre connazionale. Un episodio su tutti: nell'aprile 2008 quando giocava nel Celtic, al termine dell'infuocato derby coi Glasgow Rangers vinto dalla propria squadra per 3-2, Boruc mostro' alla curva avversaria, sotto la maglia ufficiale, una t-shirt raffigurante Papa Giovanni Paolo II e il messaggio 'Dio benedica il Papa'. Questo in risposta ai tifosi dei Rangers, storicamente protestanti, che avevano rivolto a lui, polacco e cattolico, cori assai pesanti contro Papa Wojtyla nel derby d'andata. Quel gesto della t-shirt fece discutere molto e costo' a Boruc anche una squalifica ma pure il soprannome 'The Holy Goalie', il portiere santo. ''Per me e il mio Paese Papa Wojtyla e' sempre stata una figura fondamentale, ha aiutato il mondo e il mio popolo, di li' la decisione di quella maglietta. E' stato un Papa tanto amato, anche dai giovani, un Papa uomo. Di lui poi – sorride Boruc – mi piace ricordare che giocava a calcio e ha fatto il portiere''. Domenica, dovendo affrontare in campionato l'Udinese, seguira' da lontano la cerimonia di beatificazione: ''Se avessi potuto mi sarebbe piaciuto esserci ma Roma non e' lontana, appena potro' ci tornero'. Papa Wojtyla fara' sempre parte della mia vita''.

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