Fisco e redditi/ Le dichiarazioni delle categorie: commercianti come i pensionati

In un documentato articolo di  Corrado Chiominto, il sito internet dell’agenzia di stampa Ansa descrive il desolante quadro delle dichiarazioni dei redditi in Italia, settore per settore. Se l’articolo è letto da dipendenti, di qualsiasi livello, e pensionati, il suicidio può trovasre comprfensione.

Blitzquotidiano propone l’articolo, intitolato “Fisco: redditi ristoratori a 13.500 euro, come pensionati”, come articolo del giorno. Reazioni controllate sono auspicate.

È possibile la lettura di dettaglio dei primi dati sulle dichiarazioni fiscali del 2008 diffusi dal Dipartimento Fiscale del ministero dell’Economia, relativi al 2007, anno pre-crisi. Dai confronti appare spesso evidente che lo zoom del fisco mette a fuoco grandi contraddizioni.

 Il reddito medio degli imprenditori della categoria “servizi di alloggio e di ristorazione” (nella quale ci sono anche i titolari di piccoli alberghi, residence e camping, ma anche ristoratori, pizzerie e fast food) è in media di 14.597 euro e crolla a 13.545 euro per 100.000 su 120.000 imprenditori del settore che hanno optato per una forma societaria che consente la contabilità semplificata. Il loro reddito è praticamente identico a quello dei pensionati, che in media nelle dichiarazioni dello steso anno si attestano a 13.448 euro: li dividono solo 97 euro lordi. Di confronto in confronto, appare che a dichiarare meno dei 19.335 euro dei dipendenti non sono gli “autonomi” ma le mini-società, le imprese di persone con contabilità semplificata che oramai sono la “formula” scelta da molti settori: il commercio, i ristoranti, le attività edili. Il reddito da lavoro autonomo si attesta a 37.124 euro, grazie ai redditi alti di professionisti e medici che alzano la media. Quello delle micro-società è in media di 17.007 euro, circa 1.400 euro lordi al mese.

Per il commercio la media di reddito si attesta su 19.795 euro. Se il commerciante è lavoratore autonomo (ce ne sono 1.072) dichiara in media 11.759 euro, se ha una società a contabilità ordinaria (ce ne sono 116 mila) dichiara 33.032 euro). Ma si crolla a 17.507 euro – lo stesso livello di un metalmeccanico che indossa la tuta blu da una decina di anni – per le 672 mila società del commercio all’ingrosso e al dettaglio che applicano la contabilità semplificata. Gli imprenditori del settore trasporto (dai taxi ai padroncini) e i titolari di agenzie di viaggio dichiarano in media meno di un lavoratore dipendente. I primi denunciano al fisco una media di 16.837 euro di reddito che scende a 15.468 se si è scelta la forma della società in contabilità semplificata. Per le agenzie di viaggio e di servizio alle imprese, invece, il reddito medio si attesta 18.725 euro (a 16.849 in semplificata). Poco sopra sono invece gli imprenditori edili: il reddito è di 20.317 euro – meno di quanto previsto dal contratto per un maestro elementare ad inizio carriera – ma scende a 18.582 euro per le 380 mila società “semplificate”.

Per gliagenti immobiliari la media dichiarata dal settore è di 21.596 euro, in pratica l’equivalente di una provvigione del 3% sulla vendita di due case da 310.000 euro. I circa 1.000 agenti immobiliari-lavoratori autonomi dichiarano in media 11.759 euro, le 672.000 società in semplificata, invece, 17.507 euro. Nelle fila dei lavoratori autonomi rimangono invece i professionisti (561 mila) e i medici e sanitari (218 mila): il loro reddito è però decisamente sopra la media. Il grande calderone dei professionisti (da notai ad avvocati, da commercialisti a geometri) dichiara in media 36.369 euro, i medici e sanitari 44.205 euro. Ma ci sono anche gli artisti e gli sportivi e gli imprenditori del settore: la loro categoria dichiara in media 24.800, una media tra i 12.574 di chi ha una società in contabilità semplificata e i 32.027 di chi stacca le ricevute come lavoratore autonomo.

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