Fisco/ Gli italiani danno meno soldi alla Chiesa, ma non è la crisi economica, è un piccolo calo di fiducia

Se l’avete letto su alcuni giornali che attribuiscono il calo alla crisi economica, allora avete letto sbagliato perché avevano sbagliato i giornali in questione: il fatto è, nudo e crudo, che calano i soldi dati dagli italiani alla Chiesa cattolica con il meccanismo dell’otto per mille in sede di dichiarazione dei redditi. Un calo di quasi quattro punti percentuali, da quasi il 90 per cento all’86 per cento. La crisi non c’entra, sono le dichiarazioni dei redditi del 2005, quando la crisi non c’era.

Dunque quattro anni fa un numero minore di italiani sceglieva la Chiesa come destinataria delle proprie tasse volontarie nella destinazione indicata anche se non nel prelievo subito. Poco quel quattro per cento in meno? Mica tanto perchè funziona così: non tutti i contribuenti esplicitano la loro scelta, molti, quasi la metà lasciano in bianco. Però i soldi vengono assegnati in proporzione alla scelta indicata. Quindi, se la Chiesa incassa il 90 per cento dei soldi mentre solo il 50 per cento degli italiani indica, se la Chiesa cala all’86 per cento dell’incasso vuol dire che la quota di italiani che indicano esplicitamente Chiesa cattolica non solo cala ma è ormai nettamente inferiore alla metà della platea dei contribuenti. Infatti il Vaticano, che sa far di conto, è preoccupato molto più di questa percentuale calante che dei 20 milioni circa di minor incasso.

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