Forum Istanbul/ L’acqua non ce la fa a diventare un diritto, resta un semplice bisogno

Tra il 2030 e il 2050 la metà della popolazione del pianeta non avrà a disposizione la quantità d’acqua stimata necessaria per una vita secondo lo standard oggi definito civile. Dunque, un Forum internazionale sull’acqua, riunitosi a Istanbul. Obiettivo: inserire il problema idrico tra le priorità internazionali e  sancire, almeno sulla carta il “diritto” all’acqua. Ci si è dovuto accontentare di qualcosa di meno e cioè registrare l’acqua come semplice e in fondo ovvio “bisogno” dell’umanità.

Gli Stati e i governi rappresentati al Forum non ce l’hanno fatta ad andare oltre, sintomo e avvertimento sicuro dei conflitti che sull’acqua e intorno all’acqua attendono molti paesi nei prossimi decenni. Parallelamente al Forum ufficiale si è svolto anche un Forum Alternativo dove le istituzioni hanno invece sostenuto il diritto universale dell’accesso all’acqua, che non può essere considerata un bene commerciale.

Il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha dichiarato in merito al 22 marzo: “In questa Giornata Mondiale dell’Acqua, esorto governi, società civile, settore privato e tutte le parti in causa a riconoscere che il nostro futuro collettivo dipende dal modo in cui noi gestiamo una risorsa preziosa e limitata come l’acqua”.

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