Forza Russia nel partito di Putin

MOSCA – Crescono il nervosismo e le manovre in vista delle presidenziali russe del marzo 2012, sulle quali incombe l'incertezza se a candidarsi sara' il premier Vladimir Putin o il leader del Cremlino ed ex delfino Dmitri Medvedev, o addirittura entrambi. Oggi Russia Unita, il partito di maggioranza assoluta guidato da Putin, ha annunciato di aver ottenuto la registrazione del movimento ''Forza Russia'', strappando cosi' il 'brand' al partito Russia Giusta, che a sua volta si era ispirata allo slogan modernizzatore dell'ormai celebre articolo-manifesto 'Rossia, vperiod!' firmato da Medvedev sul giornale online Gazeta.ru nel settembre 2009. Media e analisti si interrogano sul significato dell' operazione: secondo alcuni, potrebbe essere una scatola vuota da usare nel caso il tandem converga sulla candidatura di Medvedev, secondo altri sarebbe un tentativo di sottrarre allo stesso Medvedev un attraente marchio politico nel caso decidesse di sfidare Putin. In ogni caso e' difficile pensare ad un'iniziative del genere senza la regia dello stesso Putin. Il primo a voler registrate lo slogan 'Forza Russia' era stato il partito di centrosinistra Russia Giusta, nato con la benedizione del Cremlino per sottrarre voti ai comunisti ma da tempo in forte crisi di identita': nei giorni scorsi il leader Serghiei Mironov, che e' anche presidente del Consiglio della Federazione (la camera alta del parlamento russo), si e' fatto da parte lasciando il posto al capogruppo parlamentare Nikolai Levicev e ha annunciato che il suo partito, diversamente dal 2008, non sosterra' il candidato di Russia Unita, neppure se sara' ancora Medvedev. I media hanno ipotizzato che in realta' potrebbe essere un cambio provvisorio per individuare una leadership piu' carismatica, come l'inviato presidenziale russo presso la Nato Dmitri Rogozin – che pero' ha gia' detto di non essere interessato – o lo stesso Medvedev, che cosi' potrebbe disporre di un partito alle spalle se volesse sfidare Putin. Uno scenario, quest'ultimo, evocato anche con il possibile cambio al vertice nel partitino Causa Giusta, con nomi di liberali come quelli dei vicepremier Igor Shuvalov e Alexiei Kudrin, o del consigliere economico presidenziale Arkady Dvorkovich. Kudrin aveva addirittura proposto le primarie dentro Russia unita per scegliere tra Putin e Medvedev, ma il partito gli ha risposto che l'ultima parola spetta a Putin, che ne e' il il padre fondatore e leader indiscutibile (pur senza averne la tessera). Negli ultimi tempi, in effetti, Medvedev sembra volersi smarcare da Putin proponendosi come l'uomo dei cambiamenti, della modernizzazione, economica e politica. In aumento anche le divergenza tra i due, dalla Libia alle regole del mercato, sino ai tempi per decidere sulla ricandidatura al Cremlino: ''decidero' presto'', ha annunciato il presidente, ma Putin ha ammonito che discuterne ora e' prematuro. E ha messo il silenziatore al suo partito. Per alcuni e' un gioco delle parti, per rassicurare i rispettivi team ed elettorati, per altri e' un duello sempre meno latente. In ogni caso Medvedev ha bisogno di un po' di decisionismo per non diventare un'anatra zoppa un anno prima del voto. Intanto il primo ad annunciare che partecipera' alla corsa per il Cremlino, per la quarta volta, e' stato Ghennadi Ziuganov, inossidabile leader dei comunisti dal 1993: ''se il congresso mi indica, correro''', ha assicurato, forte dei sondaggi che danno in crescita il suo partito. .

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