Fosse Ardeatine a Roma, la tomba, la fossa comune di 335 morti ammazzati non per guerra ma per vendetta. Presi nelle carceri, presi dovunque si potessero prendere e portati a prendere un colpo di pistola nella nuca, uno dopo l’altro, una fila dopo l’altra nella caverna. Raccontano Hitler da Berlino ne volesse ammazzati di più, forse una leggenda, forse no. Ma che dà comunque la misura di cosa fosse la moderazione umanitaria sul metro nazista: ammazzarne solo 335 per vendicarsi di 30 morti tedeschi.
Molti anni dopo accade che un presidente del Consiglio, un capo del governo italiano, nel commemorare l’eccidio e la strage, nel condannarne la ferocia, inserisca nel suo discorso, nel suo parlare, forse per caso e forse no, un altro “solo”. Giorgia Meloni è il premier che dice: “Massacrati solo perché italiani…”. Solo perché italiani, quindi massacrati alle Fosse Ardeatine in 335 solo dai tedeschi?
Non ci provare Giorgia
Massacrati perché italiani…con la gentile e partecipata collaborazione di italiani fascisti. Questa è la Storia e questa è la dizione corretta e soprattutto non elusiva. Massacrati, deportati, denunciati, incarcerati, eliminati con la attiva partecipazione di altri italiani fascisti. Sia i 335 delle Ardeatine sia le decine di migliaia di deportati nei lager. I soldati e gli ufficiali italiani che non vollero più combattere per i nazisti rastrellati e catturati e avviati ai vagoni piombati da altri italiani fascisti. I fucilati nei paesi e borghi dell’Appennino, civili italiani messi al muro dai nazisti dopo essere stati circondati e scovati da altri italiani fascisti. Gli ebrei italiani denunciati come veicoli di razza impura da altri italiani fascisti.
Gli italiani impiccati agli alberi o torturati nella galere per mano, mano orgogliosa di altri italiani fascisti, ci mettevano pure il cartello, sotto il nodo scorsoio o a corredo dei buchi della raffica sul petto, a marcare la paternità della predazione: “Ha osato alzare la mani sulla Decima Mas”. Do you remenber Giorgia come è andata davvero? Fu guerra civile tra italiani e ci furono italiani che stavano con i nazisti, con le SS e che, in coerenza e compimento con la scelta fatta, ammazzavano, massacravano italiani, collaboravano come potevano e quasi sempre con zelo all’ammazzamento di italiani. E non li ammazzavano perché fossero italiani, ma perché erano italiani non fascisti o addirittura anti fascisti. Mentre loro, gli italiani che davano robusta e volenterosa mano all’ammazzamento, erano certo italiani, ma soprattutto fascisti.
E’ andata così e non altrimenti e la fatica del ricordarla e raccontarla come è andata davvero è comprensibile per chi ha nel suo bagaglio storico anche il fascismo. Giorgia Meloni non è fascista e da fascista non si comporta. Ciò non toglie che la genealogia della sua parte politica risalga in linea retta al fascismo. Movimento sociale italiano, Msi era fascista e fascismo. Non ci provi il presidente del Consiglio, non ci provare Giorgia a non ricordarla tutta e piena la Storia…
Pacificazione non è tarallucci e vino
Ma forse, probabilmente, Giorgia Meloni premier non voleva omettere un bel niente nel commemorare. Voleva adeguare le sue parole ad un valore, obiettivo, principio e canone: quello della pacificazione. Pacificazione, pacificazione dopo la guerra civile 1943/1945 e dopo decenni successivi di reducismi, revisionismi, vittimismi da parte degli ex fascisti e di scomunica civile nei loro confronti da parte degli anti fascisti identificatisi con la democrazia, democrazia che loro, loro e nn certo i fascisti, avevano voluto e costruito. Pacificazione, pacificazione dopo decenni di anche una guerriglia civile strisciante, fatta di attentati ai quali la mano della destra eversiva partecipava spesso come milizia, fatta di magistrati ammazzati perché sulla destra neo fascista indagavano. Guerriglia civile fatta anche di omicidi-esecuzioni di uomini e donne militanti di destra da parte di assassini più meno volontari di milizie di sinistra e di esecuzioni di uomini e donne di sinistra da parte di assassini più o meno volontari di milizie di destra.
E questa dei morti ammazzati era la punta dell’iceberg, l’iceberg di decenni in cui scontri, agguati, zone delle città reciprocamente off-limits erano la normalità ricorrente. Pacificazione che è buona parola, encomiabile intento, appuntamento storico non certo prematuro. Ma che la destra italiana e anche Giorgia Meloni declinano come quello che non è e non può essere e sarebbe falso e offensivi fosse: un tarallucci e vino in nome del tanto tempo passato e della “consegna alla Storia”. Alla Storia, cioè all’archivio, alla soffitta quel che è stato, i torti, le ragioni, i perché, i con chi…Questa non è pacificazione, è saldo e stralcio della e dalla Storia. Anzi neanche saldo e stralcio, è condono totale dalla e della Storia quella che piace alla Destra e che la Destra predica.
Un tarallucci e vino in cui tutti i bicchieri si fanno uguali. Una voglia di un tarallucci e vino così, forse volontariamente, forse istintivamente, è apparsa netta in quel “massacrati solo perché italiani” di Giorgia Meloni che commemora l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Che non è stato casuale, fortuito, voce dal sen fuggita ma è stata formula verbale a misura della incapacità a pacificarsi, prendere finalmente pacificamente atto anche delle parti infami della propria storia.