Frattini: Gheddafi in fuga da Tripoli ma non dalla Libia

Torino – "Propendo per una fuga da Tripoli, ma non dal Paese", questa l'ipotesi sui progetti del leader libico Muammar Gheddafi data dal ministro degli Esteri Franco Frattini in un'intervista a 'Corrierre.tv'. Secondo Frattini "un dato è certo: la pressione internazionale ha verosimilmente provocato la decisione da parte di Gheddafi di mettersi al riparo in un luogo più sicuro". Il ministro degli Esteri è ottimista sulla situazione visto che la pressione internazionale sta provocando "disgregazione all'interno del regime", ma specifica che uccidere Gheddafi "non è possibile" visto che "non lo prevede il mandato della risoluzione 1973 delle Nazioni Unite". Per quanto riguarda l'immigrazione, Frattini spiega che l'invio di barconi verso l'Europa è "uno strumento criminale che viene usato dal regime di Gheddafi". La fine dei combattimenti, però, secondo il ministro è vicina: "Io credo che non manchi molto: la rassicurazione che tutti noi vogliamo è che si possa arrivare in tempi ragionevoli a un governo provvisorio di unità nazionale", e ancora "Il momento chiave è l'incriminazione, fra poche settimane e presumibilmente entro maggio, di Gheddafi davanti al Tribunale penale internazionale. I margini di manovra per un esilio in questo caso vengono meno perchè quando c'è un ordine di arresto anche gli Stati vicini dovrebbero perseguirlo".

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