G20: Scarse speranze di successo, i delegati sono divisi su come ristrutturare l’economia globale

Con l’avvicinarsi del vertice del G20 a Pittsburgh, Pennsylvania, dal 24 al 25 settembre, ci sono pochi argomenti su cui i Paesi partecipanti sono d’accordo. Sono divisi sulla possibilità di limitare i bonus dei banchieri e su come aumentare la produzione. Ma una cosa è certa: una proposta tedesca diretta a tassare le transazioni finanziarie non sarà mai approvata, a quanto scrive Der Spiegel.

La proposta è sostenuta dal ministro delle finanze Peer Steinbruck e dal leader del partito socialdemocratico (Spd) Frank-Walter Steinmeier, a meno di una settimana dalle elezioni generali previste il 27 settembre. Ma due alti funzionari del ministero, Jorg Asmussen e Werber Gatzer, sono contrari, anche perchè fino a poche settimane fa Steinbruck era contrario lui stesso.

Steinbruck e Steinmeier non hanno solo a che fare con l’opposizione del ministero delle Finanze, ma la loro proposta non è ben vista neanche dai partecipanti al vertice. Infatti, sebbene la cancelliera Angela Merkel abbia accettato l’idea, la bozza di comunicato finale della riunione non ne fa menzione, una chiara indicazione che non se ne parlerà nemmeno.

L’omissione è dovuta al fatto non solo che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono tradizionalmente contrari a quel tipo di tassa, ma che i negoziatori impegnati a preparare l’agenda dei colloqui dei leader dei 19 Paesi più l’unione europea non hanno ormai più il tempo di inserirla.

Del resto le altre divergenze di opinione su argomenti che vanno dalla futura politica economica al giro di vite sulle norme riguardanti le riserve di capitale delle banche, sono già abbastanza preoccupanti perché si aggiunga un altro argomento controverso. In effetti, scrive il settimanale, è verosimile che il vertice di Pittsburg faccia la fine del suo predecessore a Londra sei mesi fa, che dimostrò come le più importanti nazioni industrializzate non sono d’accordo su come meglio gestire l’economia globale.

Eppure solo qualche mese fa, quando erano nel bel mezzo della crisi, i Paesi del G20 si dichiaravano uniti nella convinzione che le economie mondiali dovevano essere ristrutturate. Ma appena è cominciato ad apparire che la crisi si stava attenuando, la pressione per i cambiamenti si è allentata e i cambiamenti radicali sono diventati meno urgenti.

A pesare sul vertice è anche lo stesso conflitto verificatosi a Londra, ovvero tra la posizione americana e britannica che vogliono stimolare la domanda e la crescita globale e quella degli europei che sono più propensi alla regolamentazione dei mercati finanziari. A meno che i delegati a Pittsburgh riescano a trovare un compromesso, rileva lo Spiegel, le conseguenze sarebbero gravi. Nascerebbero infatti nuove dispute commerciali che diminuirebbero le già basse prospettive di crescita.

Disaccordo c’è anche su come stabilire limiti internazionali ai bonus dei banchieri. Secondo fonti governative tedesche, gran parte delle delegazioni criticano le idee esposte della presidenza americana del vertice. O, in altre parole, lamentano che gli Stati Uniti da quell’orecchio non ci vogliono sentire.

In ogni caso, nonostante le discordie e le difficoltà nel coordinare negoziati tra un gruppo così grande di partecipanti, gli Stati Uniti sono intenzionati ad andare avanti col G-20, e forse anche ad espanderlo. In colloqui con l’Unione Europea, il Giappone e il Canada, Washington ha già suggerito di abolire il G-8 fin dall’anno prossimo. Al suo posto gli Stati Uniti sono favorevoli ad un G-20 che si svolga in Canada all’inizio del 2010 sotto la presidenza della Corea del Sud.

Comments are closed.

Gestione cookie