Gaza/ Miseria e disperazione nonostante gli aiuti promessi ma che non sono mai arrivati

Pubblicato il 30 Maggio 2009 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA

Il New York Times pubblica una corrispondenza del suo inviato a Gaza, Ethan Bronner, in cui descrive le condizioni di miseria, degrado e infelicità del suo milione e mezzo di abitanti cui erano stati promessi aiuti che però non sono mai arrivati.

Quattro mesi dopo l’offensiva israeliana diretta a fermare il lancio di razzi da parte di Hamas e due anni dopo che Hamas ha preso il controllo totale della Striscia, Gaza è come ”un’isola alla deriva” stretta tra i boicottaggi israeliano ed egiziano e il governo islamico al potere.

Dozzine di famiglie vivono in tende tra edifici crollati e condutture arruginite. Essendo vietata l’importazione di materiali da costruzione, alcuni costruiscono case fatte con mattoni di fango. Qualsiasi cosa, eccezion fatta per cibo e medicinali, deve essere contrabbandata dall’Egitto attraverso i tunnel scavati nel deserto. Tra le cose più ricercate dalla popolazione c’è una droga oppiacea chiamata Tramal che viene usata come antipressivo e per stimolare il desiderio sessuale.

”Subito dopo la guerra”, dice al Times Hashem Dardona, 47 anni, disoccupato, ”tutti vennero a frotte, giornalisti, inviati di governi stranieri e organizzazioni umanitarie promettendo aiuti. Ora non vengono più”.

L’amministrazione di Barack Obama sta premendo sul governo israeliano affichè consenta l’ingresso di materiali da costruzione a Gaza, e la Striscia sarà presto nuovamente al centro dei negoziati mediorientalidi pace. Se ne è parlato nell’incontro svoltosi giovedi tra Obama e il leader palestinese, Mahmoud Abbas a Washington.

Nel frattempo Gaza rimane sospesa in uno stato di disperazione che non è facile definire con precisione, scrive il Times. E’ certamente sovraffolata e povera, ma sta meglio di quasi tutto il resto dell’Africa e parti dell’Asia. Non c’è acuta malnutrizione, e la mortalità infantile è paragonabile a quella dell’Egitto e della Giordania, dichiara Mahmoud Daher, capo dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità a Gaza.

”Ma – scrive il Times – esistono molti livelli di privazione vicini alla catastrofe. Non esiste un’economia funzionante, tranne il commercio e l’agricoltura. L’istruzione è drammaticamente peggiorata e l’assistenza sanitaria sta declinando”.

Ci sono decine di migliaia di persone istruite e ambiziose, insegnanti, ingegneri, traduttori, manager, che non hanno altro da fare se non diventare sempre piu’ frustrati. Prendono il sussidio di disoccupazione e passano il tempo a fumare nei caffè. Un’inchiesta delle Nazioni Unite ha accertato che la violenza e’ in aumento.

Molti tra la gente di Gaza sono particolarmente preoccupati per i giovani. Un programma inteso ad aiutare quelli che sono rimasti traumatizzati dalla guerra offre loro pennarelli colorati perchè disegnino quello che vogliono. ”Scelgono solo pennarelli neri e disegnano carri armati. E quando gli chiediamo di disegnare qualcosa che rappresenti il futuro, lasciano il foglio in bianco”, ha detto al Times Farah Abu Qasem, uno studente di lingue che fa il volontario nel programma.