Gb: guerra totale su privacy tra vip, media e rete

LONDRA 10 MAG Ormai siamo alla guerr – LONDRA, 10 MAG – Ormai siamo alla guerra totale. Ricchi, famosi e potenti, da una parte, giornali 'doc' e tabloid paparazzoni dall'altra. In mezzo lei, la privacy. Ovvero un'idea squisitamente britannica del rapporto con se stessi e gli altri, tanto quanto lo e' il 'tea' delle cinque. A buttare a gambe all'aria il tavolo sempre lei, la rete internet, il mondo che non ha confini e vive ovunque ci sia segnale, anche una tacca sola. E che non tollera segreti. Soprattutto quando ci sono di mezzo vip piu' o meno arroganti, disposti a spendere 100mila sterline pur di ottenere dalla magistratura un provvedimento-bavaglio da applicare ai media impiccioni. Il ruolo di grimaldello in questo caso lo ha ricoperto Twitter, il sito di microblogging dove d'improvviso e' comparso un profilo che sbandiera i nomi delle celebrita' 'colpevoli' di aver fatto uso della ''super-ingiunzione''. Ovvero la formula di routine con cui i vip proteggono la loro privacy e impediscono non solo d'identificare la celebrita' in questione o lo scandalo che la riguarda, ma anche di pubblicare l'esistenza dell'ingiunzione stessa. Con il risultato d'imporre, nei fatti, un bavaglio anche ai tabloid piu' scamiciati. Questo strumento giuridico, concesso sempre piu' di frequente dai giudici e dunque finito al centro d'un intenso dibattito, nulla puo' pero' contro la rete, che per sua natura e' extra-territoriale. Morale: il segreto si fa di Pulcinella. ''Se si arriva a un punto in cui tutti ne conoscono l'argomento, allora queste ingiunzioni diventano alquanto inutili'', ha detto oggi Lord Falconer, ex ministro della Giustizia. Tanto che entro un mese sul loro utilizzo si dovra' pronunciare il 'Master of the Rolls', il piu' alto giudice civile in carica alla Corte d'Appello. La buriana dei super-bavagli ha poi scelto di scatenarsi proprio nei giorni della sentenza della Corte Europea di Strasburgo sul ricorso presentato da Max Mosley, l'ex boss della Formula Uno. Il News of the World aveva pubblicato un video in cui il manager sportivo si trastullava in giochetti sado-maso a tema nazista con cinque escort, e Mosley aveva chiesto che i giornali venissero obbligati ad avvisare le persone prima della pubblicazione di eventuali foto o video compromettenti. Il ragionamento era semplice: lo avesse saputo in anticipo, Mosley avrebbe chiesto una super-ingiunzione per proteggere la sua privacy – violata, dice, non per ''interesse pubblico'', ma per solo ''per vendere giornali''. Tesi che e' stata pero' respinta dai giudici della Corte per i diritti umani. All'origine della contesa, ad ogni modo, c'e' l'eterno braccio di ferro fra celebrita' e i tabloid britannici, spesso autori di campagne al limite dell'ossessione. I Middleton, ad esempio, hanno rivolto oggi un esposto alla Press Complaints Commission (PCC), ovvero l'autorita' che si occupa delle diatribe con la stampa, per alcune foto pubblicate da quattro tabloid, in cui figura anche un 'quasi' topless dell'allora 22enne Pippa. Le immagini, scattate nel 2006, ritraggono Kate, Pippa e mamma Carole in bikini mentre prendono il sole su uno yacht al largo delle coste di Ibiza. A bordo c'era anche il principe William. Servizio che, per i Middleton, avrebbe violato la loro ragionevole aspettativa di privacy.

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