Genova, Franco Romeo denunciato per furto di energia elettrica

Genova, Franco Romeo denunciato per furto di energia elettrica
Genova, Franco Romeo denunciato per furto di energia elettrica

GENOVA – Secondo l’accusa avrebbe falsificato i consumi dell’energia elettrica grazie ad un magnete attaccato al contatore, che faceva rallentare il funzionamento dello stesso: Franco Romeo, imprenditore di 55 anni e titolare del Bar Cocco, è stato denunciato a Genova con l’accusa di furto di elettricità.

Come spiega Tommaso Fregatti sul Secolo XIX, intorno alle 9 di mattina di venerdì 16 settembre i carabinieri dei Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma) si sono presentati al bar Cocco di via Righetti, ad Albaro, quartiere residenziale del Levante genovese.

Appena li ha visti, racconta Fregatti sul quotidiano ligure, Romeo è fuggito al piano interrato del locale. Qui si sarebbe barricato e non avrebbe aperto a nessuno per un po’. Ma secondo i carabinieri ha tolto il magnete al contatore dell’energia elettrica, una piccola calamita che permette di rallentare il funzionamento del contatore e di far scendere il consumo di elettricità.

I militari hanno trovato la scatola non sul contatore ma dietro ad un pannello. Secondo loro sarebbe stato lo stesso Romeo ad averlo rimosso e nascosto quando è rimasto chiuso nel seminterrato.

A confermare l’utilizzo di questo dispositivo vietato nel bar Cocco, scrive il Secolo XIX, sono stati gli stessi tecnici di Enel chiamati dai carabinieri. Dalle loro rilevazioni è emerso che prima dell’intervento dei carabinieri il consumo di energia era minimo e dopo la presunta rimozione della calamita è tornato ai livelli standard.

In base anche a questa relazione Romeo è stato denunciato a piede libera con l’accusa di furto di energia elettrica. Ma lui, attraverso i suoi avvocati, respinge ogni accusa: “Quando i carabinieri hanno fatto il controllo il magnete era presente nel locale, ma il nostro cliente non lo stava utilizzando. Per questo contesteremo la denuncia”, hanno fatto sapere Alessandro Vaccaro e Giuseppe Nadalini.

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