Ghedini attacca la Lega, autarchica e feudale. Replica al veleno di Calderoli

L’avvocato del premier, il deputato Ghedini questa volta attacca direttamente la Lega.  Non impegnato per una volta in tecnicismi legali e alte strategie processuali, a Cortina per sostenere la candidatura di Galan alla presidenza del Veneto, ingaggia una forte discussione con l’«ottimo alleato». «La Lega aspira a un mondo frammentato, quasi feudale e di città-stato, e va­gheggia una sorta di autarchia: con il sì alla polenta e il no al­l’ananas, come se questo fosse un problema del futuro…».

Di fatto una censura politica e culturale dell’immagine leghista ancorata a una visione medioe­vale e localistica: uno stop autorevole alle ambizioni leghiste di ottenere la guida della regione Veneto.

Non si è fatta attendere la replica ironica e tagliente del Ministro alla Semplificazione Calderoli, che ci è andato giù duro, accusando senza mezzi termini Ghedini di sragionare. «Viene dalla pianura, da Padova, e quando sale in mon­tagna evidentemente ha qual­che deficit di ossigenazione.»

Quindi la stoccata velenosa: «Tende a straparlare come testimoniano le sue uscite sul premier, dal­l’utilizzatore finale al maiale im­potente… ».

Calderoli, sulla questione Galan, è serissimo quando minaccia la possibilità che la Lega corra da sola per la poltrona di governatore, ma Ghedini non demorde e continua la riflessione sul profilo anti-moderno del partito di Bossi e le sue battaglie per la difesa del dialetto: «Il futuro non è certa­mente andare a parlare con la lingua dei nostri padri che pure dobbiamo conoscere. Ma che facciamo? Andiamo al G8 par­lando come Goldoni?».

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