Giappone, sondaggio: in aumento dubbi su futuro nucleare

TOKYO – Sulla scia della crisi nucleare in corso alla centrale di Fukushima n.1, aumentano i giapponesi che esprimono la necessita' di diminuire o abolire del tutto in futuro la dipendenza dall'energia atomica, anche se la maggioranza resta su posizioni favorevoli a mantenere l'attuale presenza di impianti sul territorio. Secondo un sondaggio telefonico condotto nel fine settimana dal quotidiano Asahi, il 41% degli interpellati e' favorevole a diminuire (30%) o chiudere (11%) le centrali attive nel Paese. Di contro, la maggioranza (51%) dichiara di voler mantenere anche in futuro un numero di impianti simile a quello odierno, mentre solo il 5% esprime la necessita' di un incremento dei siti atomici. Il quesito 'secco' sull'opportunita' di avere centrali nucleari, invece, vede i favorevoli al 50% e i contrari al 32%. I risultati, pur non segnalando un'inversione di tendenza netta rispetto a un analogo sondaggio condotto nel 2007, segnano comunque una presa di posizione piu' marcata contro lo sviluppo ulteriore delle centrali nucleari: a fronte di un 53% d'accordo nel mantenere lo 'status quo', l'indagine di quattro anni fa registrava una quota del 28% sfavorevole alle centrali atomiche (21% per la diminuzione dei siti e 7% per la loro abolizione completa), e un campione quasi triplo, pari al 13%, d'accordo con la realizzazione di nuovi impianti. Fino alla crisi nucleare di Fukushima, innescata dal terremoto/tsunami dell'11 marzo, l'energia atomica e' stata generalmente percepita' come sicura e soprattutto pulita dai giapponesi, anche grazie all'assenza di incidenti di elevata gravita'. Il dibattito sull'utilita' del nucleare, tuttavia, si e' riacceso dopo l'innalzamento degli eventi di Fukushima a livello di gravita' 7, paventando per la prima volta il rischio di una nuova Cernobyl. .

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