Giro d'Italia: Nibali contro Contador

TORINO 6 MAG L'anno scorso e' finito su – TORINO, 6 MAG – L'anno scorso e' finito sul gradino piu' basso del podio, quest'anno vuole salire su quello piu' alto. Vincenzo Nibali ha un ''pensiero fisso'', vincere il Giro d'Italia. Sarebbe il sogno della Liquigas, che cosi' dopo il trionfo di Ivan Basso farebbe il bis. Ma sarebbe il sogno anche di tutti gli italiani. Un messinese vincitore della corsa rosa che celebra i 150 anni dell'Unita' avrebbe un grande fascino simbolico. ''A Messina mi immagino che ci sara' tantissima gente'', sorride pensando al tifo che sicuramente gli riservera' la sua gente. Un Giro che scende in Sicilia e si inerpica sull'Etna laddove non era mai salito sembra fatto su misura per lui, lo 'Squalo dello Stretto', l'enfant prodige del ciclismo del secondo millennio. Basso lo ha gia' designato suo successore e Vincenzo ha ripagato la fiducia vincendo lo scorso anno la Vuelta facendo un dispetto maligno agli spagnoli. Quest'anno ha corso senza grandi acuti ma e' finito ottavo alla Liegi, aspettando sornione il suo momento vero. Che arriva qui al Giro. Alberto Contador, il suo grande rivale, lo vede come ''il candidato per la vittoria'', lui si schermisce. ''Favorito io, potrei dire lo stesso di lui – dice Nibali -, ma di favoriti ce ne sono anche altri. Ad esempio, ci sono Scarponi, Kreuziger, con il quale siamo amici: conosco i suoi punti deboli. E poi Menchov e Sastre, che hanno piu' esperienza di me''. Per lui ''e' un Giro aperto, e ci saranno tante sorprese''. Con Contador c'e' fair play, che pero' finisce non appena si comincia a parlare di doping. Perche' tutti sanno che lo spagnolo e' sotto lo spada di Damocle di una nuova squalifica (questa volta del Tas) e correndo contro uno 'sub judice' a Nibali potrebbe bastare anche terminare al secondo posto. ''Lo so, ci penso a questa ipotesi. Ma il problema non e' mio ma di chi lo fa correre, dell'Uci o di chi ne fa le veci. Ci mettono troppo tempo per giudicarlo'' accusa Nibali, che insiste: ''Se mi stacchera' con le sue forze o no, questo non lo so''. La Liquigas e' un team che si fa paladino del ciclismo ''pulito'', ha perfino avviato un progetto di ricerca medica, preoccupato anche per i continui sforzi cui i corridori sono costretti: ''correre un Giro e' cosi' faticoso e strettante che puo' intaccare anche la salute'' dice il dottor Corsetti. ''Non vincere – dice Nibali – non sarebbe una sconfitta se so di aver dato il massimo''. La sfida con Contador e' quindi gia' iniziata. ''Ha sempre dimostrato di tenere i nervi saldi – ammette Nibali -. E' arrivato qui preparato, ha una squadra forte e fidata e affrontera' la corsa meglio di come ha fatto nel 2008. Come posso batterlo? Bisogna essere pronti a cogliere l'attimo''. Al suo fianco ad aiutarlo quest'anno non ci sara' Basso (''se ci fosse stato sarei stato piu' contento''), ma comunque la squadra e' forte: c'e' Agnoli, Dall'Antonia, soprattutto uno d'esperienza come Szmyd. ''Dove si decidera' il Giro? Sul Glossglockner, sul Gardeccia e sullo Zoncolan. Ma domani c'e' gia' la cronosquadre con in palio la prima maglia rosa. L'imperativo e' non avere fretta. ''L'importante e' essere regolari, ma non tutto e' rimandato all'ultima settimana, ci potrebbero essere sorprese anche nella tappa di Orvieto che se piove potrebbe somigliare a quella di un anno fa a Montalcino''. ''Nella prima parte del Giro non c'e' spazio per attaccare Contador'' dice il ds Scirea. ''Siamo consapevoli che possiamo rivincere il Giro, indipendentemente da Scarponi e Contador'' dice il team manager Amadio. Ma la vittoria piu' importante per la Liquigas non e' solo la maglia rosa a Milano. ''Sappiamo tutti che questo Giro e' una grande occasione per il ciclismo – conclude il presidente Paolo Dal Lago – Un Giro 'pulito', senza 'incidenti' darebbe una grossa mano al ciclismo. E questo ne ha un gran bisogno''.

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