Giro d'Italia: storico. I ciclisti abbracciati all'arrivo

LIVORNO 10 MAG Un arrivo in parata – LIVORNO, 10 MAG – Un arrivo in parata, nove compagni di Weylandt tutti insieme per primi, abbracciati sul traguardo. Al posto di Wouter uno dei suoi migliori amici, l'americano Tyler Farrar, che corre per la Garmin. Dopo il dramma di ieri e l'omaggio di oggi al corridore belga morto sulla discesa del Bocco, lui ha deciso di lasciare il Giro. E' stata una giornata surreale, come poche volte il ciclismo e' riuscito a vivere. Una tappa senza vincitori ne' vinti, senza ordine di arrivo ne' classifica, sul filo di un'emozione ancora troppo forte da cancellare. Un corsa solo nel nome di Weylandt, a un anno esatto dalla sua unica vittoria al Giro, a Middelburg in Olanda. La folla ha subito percepito la tragedia dei corridori regalando una grande dimostrazione di affetto e di stile. Al passaggio della carovana silenziosa la gente, che ha atteso per ore, ha applaudito a lungo. Tantissimi gli striscioni con il nome dello sfortunato corridore belga, o soltanto con il suo numero di gara, il 108. Quello che non hanno fatto gli organizzatori l'hanno deciso i corridori 'neutralizzando' la quarta tappa. Per una volta non si sono dati battaglia, nessuna fuga, nessuno sprint da Genova a Livorno. Tutti insieme in gruppo per 216 km, molti ancora con il cuore gonfio di pianto e gli occhi lucidi. Una lunga 'pedalata' a ritmo lento, anche se i corridori non potevano rallentare piu' di tanto. Nonostante la giornata di lutto il plotone e' passato comunque davanti all'Ospedale Gaslini di Genova per regalare un sorriso ai bambini ricoverati. Per raggiungere Livorno hanno impiegato circa sei ore. E malgrado il clima non competitivo ci sono state anche oggi delle cadute, segno di un evidente nervosismo. Nessuna voglia di sorridere ne' alla partenza ne' all'arrivo. Anche a Genova i corridori della Leopard sono partiti davanti, dietro di loro le quattro maglie del Giro e il resto del gruppo. A Quarto dei Mille il lutto ha frenato la festa della rievocazione della partenza dei garibaldini. Il pullman della Leopard e' stato transennato, per rispetto del suo dolore. Soltanto pochi 'visitatori': qualche corridore avversario, compresa la maglia rosa Millar, mentre lo spagnolo Lastras si e' accasciato sul manubrio in lacrime. A salutare il team anche il ct azzurro Bettini e il direttore generale di Rcs, Michele Acquarone, che ha abbracciato uno per uno i corridori. Dopo un minuto di raccoglimento un bersagliere ha intonato con la tromba il silenzio, per poi ripeterzi all'arrivo, dove i compagni di Weylandt sono saliti sul podio dei vincitori, assieme sempre alle maglie del Giro. La Leopard avrebbe voluto ritirarsi dalla corsa rosa. E' stato lo stesso padre di Wouter a chiedere ai compagni di squadra del figlio di continuare: ''Dovete farlo per Wouter, lui avrebbe voluto cosi'. E' il modo migliore per ricordarlo''. ''Non e' un giorno per stare da soli'', spiega il team manager Brian Nygaard. Sgomento tra i compagni di squadra di Wouter, compreso il francese Brice Feillu, che all'ultimo momento ha sostituito Daniele Bennati e che e' stato il primo dell'atipico ordine di arrivo. ''Il pubblico ha fatto vedere oggi quanto forte e' la passione per il ciclismo – continua Nygaard – Ora dobbiamo andare avanti ognuno con le sue memorie. Le cose belle passano, le memorie rimangono''. Per Davide Vigano' ''la morte di Wouter lascia un grande vuoto ma vedere tanta folla fa piacere a noi e alla sua famiglia''. A qualcuno non sono piaciute certe foto macabre 'sparate' sui giornali (''che tristezza qualche prima pagina, avrei voluto ricordarlo in altro modo, non con immagini cosi' crude'' accusa Vincenzo Nibali). Domani il Giro si colorera' nuovamente di rosa. C'e' la temuta tappa di Orvieto, con un tratto anche di sterrato. Lo spettacolo comunque vuole continuare. Anche se adesso i corridori, ancora sotto choc, si sentono tutti piu' insicuri.

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