Giustizia, Berlusconi: Avanti con la riforma. Pdl accelera su 'anti-Csm'

ROMA 5 MAG Il presidente de – ROMA, 5 MAG – Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ribadisce: la riforma della giustizia e' urgente e ora che la maggioranza ''e' coesa e sicura'', cioe' senza i veti di Casini e di Fini, verra' approvata in tempi rapidi. L'opposizione attacca, mentre il presidente dell'Anm Luca Palamara avverte: quando, in audizione, verremo chiamati a dire la nostra, torneremo a ripetere che le norme messe a punto dal governo scardinano di fatto l'indipendenza dei magistrati. Ma mentre continua ad infuriare la polemica sulla riforma, al Senato si apre un nuovo fronte. Dopo essere stata per circa due anni nei cassetti della commissione Giustizia, il Pdl improvvisamente accelera su un altro provvedimento destinato a far discutere: quello che (presentato nel 2009) punta ad impedire che il Csm dia pareri su provvedimenti all'esame del Parlamento senza che questi siano stati esplicitamente richiesti dal Guardasigilli. L'Anm ancora una volta esprime perplessita' definendo il disegno di legge profondamente ''sbagliato''. ''Non si capisce perche' la politica consideri un pericolo il parere di un organo costituzionale sulle materie di giustizia'', osserva il segretario dell'Associazione Giuseppe Cascini. Il parere degli ''esperti e degli operatori del settore – aggiunge – dovrebbe essere considerato invece un materiale prezioso per chi e' chiamato a decidere nell'interesse di tutti''. La presa di posizione del sindacato delle toghe accende la miccia. I firmatari del progetto di legge, il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri e il suo vice Gaetano Quagliariello, a stretto giro ribattono: ''Dispiace che ancora una volta il dottor Cascini abbia deciso di distinguersi per le sue uscite a sproposito''. Il ddl ribattezzato dall'opposizione ''anti-Csm'', serve in realta', spiegano, a salvare la ''credibilita' di Palazzo dei Marescialli''. E gia', perche' secondo i due senatori del Pdl, la ''colpa'' sarebbe tutta dell'organo di autogoverno della magistratura che ha ''l'abusato malvezzo di produrre pareri non richiesti, spesso del tutto strumentali sia per tempistica che per contenuti'' e questo ''non e' tanto un pericolo per la politica, quanto per il principio di leale collaborazione fra le istituzioni e per la stessa credibilita' del Csm che, nel suo atteggiarsi a 'terza Camera' e nel suo rincorrere il Parlamento, addirittura con rocambolesche convocazioni straordinarie, non ha certamente offerto ai cittadini uno spettacolo commendevole, all'altezza delle delicate funzioni che l'ordinamento gli assegna''. Contrario al ddl e' invece l'Udc che con Roberto Rao parla di evidente contraddizione del governo. Da una parte, infatti, osserva Rao, il governo non puo' dire che la riforma costituzionale della giustizia sia un testo non blindato, aperto al confronto, e poi, dall'altra, si accelera sul ddl Gasparri ''anti Csm''. Le due cose, precisa, non ''possono procedere contemporaneamente''. Se si vuole fare davvero la riforma, avverte, si dovrebbe procedere in un clima che non preveda ''punizioni verso i magistrati e il Csm''. Duro anche il commento del portavoce dell'Idv Leoluca Orlando che parla di un provvedimento degno del ventennio fascista. ''E' un testo oscurantista'', incalza il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti e non si capisce, aggiunge, come Alfano possa ''avallare una proposta del genere''. Dovrebbe essere interesse del Guardasigilli, sostiene, avere un interlocutore valido ''per misurare e confrontare l'efficacia dell'azione di governo''. .

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