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Giustizia, scontro sulla riforma, il governo fa quadrato, le opposizioni annunciano battaglia

Giustizia, scontro sulla riforma, il governo fa quadrato, le opposizioni annunciano battaglia. L’estate dei partiti sarà caldissima.

Prepariamoci, l’estate dei partiti sarà caldissima. Lo scontro sulla giustizia tra governo e magistratura, porta alle stelle le tensioni politiche. La riforma proposta dal ministro Carlo Nordio non piace alle toghe.

Si era capito sin dalle prime indiscrezioni sul disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 15 giugno che sarebbero seguite delle turbolenze. Giorgia Meloni fa di tutto (pare) per evitare la contrapposizione così netta tra i poteri.

Tuttavia va avanti “sulla strada tracciata “. Anche sulla separazione delle carriere tra pm e giudici, il Governo ha già annunciato che sulla riforma della giustizia si tira dritto. Non è rinviabile. Facile prevedere la battaglia delle opposizioni.

È però il caso di ricordare questa nostra giustizia funziona male e una bella riforma lo esige l’Europa con il Pnrr. Né va dimenticato che nella classifica europea la nostra giustizia civile è ultima con una media di 7 anni per arrivare a sentenza. Il che significa paralisi della vita di persone e aziende. Dunque bisogna intervenire.

GIUSTIZIA, ALMENO TRE TEMI DI DISCORDIA 

Abuso d’ufficio, l’impugnazione delle sentenze di assoluzione, le intercettazioni. Tre temi divisivi. Parliamone.
1)L’abolizione del l’abuso di ufficio – È atteso da molti amministratori pubblici oggi impauriti difronte alle “carte da firmare”. Nel dubbio di sbagliare, non firmano. Bloccano tutto. Ma così non si va avanti. Tra l’altro chi incorre in questo reato viene poi quasi sempre assolto.
2)Le sentenze di assoluzione – I pm vogliono mantenere la possibilità di poterle impugnare allungando tempi e i costi. Il Governo e l’Europa non sono d’accordo.
3) Le intercettazioni- La riforma vuole mettere dei limiti alla pubblicazione delle intercettazioni. Spesso vengono citate impropriamente delle persone che nulla hanno a che fare con la vicenda in esame .

UNA GIUSTIZIA DA CAMBIARE (CON GIUDIZIO)

Bisogna quanto prima mettere mano a  questa giustizia zoppa. Riformare “ non significa manomettere l’impianto costituzionale , punire questo o privilegiare quell’alto “, come osserva l’editorialista di lungo corso Gabriele Cané. Figuriamoci.

Qui si tratta di  completare i primi passi della riforma Cartabia. Ma non sarà facile con l’aria che tira. I casi recentemente scoppiati (Santanché, Delmastro,La Russa) hanno alzato un fitto polverone. Orientarsi e fare bene tra tanto fumo è una sfida titanica.

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