GLI SCENARI DEL DOPO-VELTRONI

Pd_bandiera Dopo le dimissioni di Veltroni il Pd ha di fronte mesi difficili, e non solo. Si voterà a Firenze e Bologna per le amministrative, e in tutta Italia per le Europee. Il partito, pur scosso dalle divisioni e dalle sconfitte elettorali, ha bisogno di una guida. E la strada del dopo-Veltroni è scritta nello statuto dei Democratici, approvato con la nascita del nuovo partito, che contempla espressamente il caso delle dimissioni anticipate del segretario nazionale.

Due le opzioni previste dall'articolo 3 della carta statutaria: l'Assemblea nazionale in carica può riunirsi e procedere all'elezione di un nuovo segretario "per la parte restante del mandato", oppure può sciogliersi e avviare la normale procedura per la scelta del leader.

Viste le scadenze imminenti sembra proprio questa l'ipotesi più gettonata. Ma anche l'eventualità di uno scioglimento dell'Assemblea non è da scartare, e se dovesse essere quest'ultimo il percorso prescelto la parola tornerebbe agli iscritti del partito.

Nel caso si decidesse per lo scioglimento dell'Assemblea costituente e per nuove primarie, andrebbero intanto presentate ufficialmente le candidature, sottoscritte da almeno il 10% dei componenti dell'assemblea nazionale o da 1.500 iscritti di almeno cinque regioni. Poi si voterebbe nei circoli con il meccanismo delle primarie; quindi, da una Convenzione nazionale, eletta contestualmente, uscirebbe la terna dei candidati su cui scegliere.

A quel punto, nuovo passaggio elettorale: si elegge l'Assemblea nazionale, con liste collegate ai candidati alla segreteria. Se una delle liste ottiene la maggioranza assoluta, il candidato viene direttamente proclamato segretario del Pd all'apertura dell'assemblea. In caso contrario, l'assemblea procede a un ballottaggio a scrutinio segreto tra i due candidati delle due liste più votate.

Come si vede, una serie di passaggi anche tecnicamente complessi, e di certo dai tempi non immediati. E le scadenze elettorali imminenti lasciano pensare che la strada scelta sarà quella di un leader provvisorio e di un congresso da celebrarsi dopo le Europee, o addirittura in autunno.

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