Google/ L’interprete si ammala e slitta il processo ai quattro dirigenti che caricarono il video del ragazzo down. Posticipato a settembre, sarà a porte chiuse

È stato rinviato al 29 settembre il processo con rito abbreviato ai quattro dirigenti di Google accusati di diffamazione e violazione della privacy per aver caricato nella sezione Video del proprio portale le immagini di un ragazzo affetto da sindrome di Down che veniva schernito, percosso e umiliato da alcuni compagni di scuola.

La ragione del posticipo è da imputare all’improvvisa assenza per malattia dell’interprete che avrebbe dovuto tradurre la testimonianza di un ingegnere arrivato appositamente in Italia da Mountain View. Pare che non ci sia stato modo di trovare un sostituto e questo ha suscitato alcune perplessità.

Il processo si terrà sempre a Milano e sarà a porte chiuse. Questo l’aspetto dell’intera vicenda che ha suscitato maggiore sdegno, perché si tratta di un processo che ha una risonanza enorme a livello mondiale. Si tratta di stabilire la responsabilità di chi ospita i contenuti sul web. Diversi media, fra cui il New York Times e il Wall Street Journal, avevano chiesto al giudice di poter partecipare al processo, ma il “no” degli avvocati difensori è stato perentorio.

I pubblici ministeri Alfredo Robledo e Francesco Cajani si erano detti favorevoli all’evenienza delle ‘porte aperte’. Di fronte al diniego delle difese, il commento di Robledo è stato ironico: «Prendiamo atto della trasparenza di Google».

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